Le migrazioni iniziate nel III secolo a.C. dalle steppe mongoliche del nord dell’Asia si prolungarono fino al V secolo, e questo provocò la radicale trasformazione dei grandi imperi. Le migrazioni causarono la crisi politica di tutta l’area eurasiatica, nell’impero romano, nell’impero cinese, da questa crisi nacquero nuovi regni. In occidente, questo movimento di popoli contribuì alla fine definitiva dell’impero romano. L’impero Romano si divise in tante piccole entità politiche autonome.
Sin dall’epoca di Augusto e Tiberio le tribù germaniche stanziate, lungo il Danubio e il Reno,costituirono un pericolo per la sicurezza dell’impero. I Germani vennero accolti lungo le frontiere anche come coloni. Vennero inseriti anche nel sistema militare romano come truppe ausiliarie. Il loro inserimento nell’esercito romano fu favorito dalla crisi demografica. Il calo della popolazione iniziò con la peste del 165-180 aveva ridotto il numero degli uomini adatti alle armi. I Germani vennero introdotti nell’esercito come forze nuove , questa fu l’inizio della germanizzazione dell’esercito imperiale.
Le invasioni barbariche
Alla fine del IV secolo le invasioni dei barbari divennero sempre più frequenti e minacciose. Questo avvenne soprattutto per due motivi:
- l’espansione degli Unni: verso la fine del 370 questa popolazione asiatica si spostò verso occidente distruggendo tutto quello che incontravano sul proprio cammino.
- Le difficoltà economiche dei Germani: alla fine del IV secolo ai Germani non bastavano più le terre che occupavano. Questo li spinse a spostarsi al di là del Danubio per trovare altre terre.
Prima di morire Teodosio aveva disposto che il governo dell’impero passasse ai suoi due figli: Arcadio e Onorio. Onorio era solo un bambino e per volontà di suo padre fu messo sotto la tutela di Stilicone, comandate assoluto delle legioni d’occidente, che aveva origine Vandala ma aveva condotto una brillante carriera nell’esercito romano. Nei confronti dei barbari Stilicone seguì una precisa politica, cioè cerco di inserirli all’interno dell’impero un po’ per volta per sfruttare le loro capacità militari. Stilicone era un uomo prudente, sapeva che alcune tribù germaniche continuavano a essere un pericolo. Per questo decise di trasferire la capitale da Milano a Ravenna nel 402.
Nello stesso anno Stilicone ottenne due vittorie importanti contro i Visigoti, guidati dal re Alarico, anche qui rinunciò di sterminare tutti i visigoti e concesse loro di ritirarsi nelle loro terre. Il problema si ripresentò nel 406, quando Alani, Vandali, Svevi sfondarono la linea del Reno e si riversarono in Gallia e Spagna, anche in questo caso Stilicone decise di accordarsi con loro piuttosto che sterminarli. Però con questa politica Stilicone si procurò molti nemici a corte, infatti nel 408 venne accusato di essere incapace di contenere le invasioni. Cosi venne prima arrestato e poi ucciso in una congiura.
Il sacco di Roma
Con la morte di Stilicone la situazione precipitò, con la scusa di vendicare l’assassinio, i Visigoti con Alarico scesero in Italia e conquistarono Roma (sacco di Roma 410). Questo getto il panico nella popolazione, molti pensavano che con la fine di Roma, fossi vicina anche la fine del mondo. I visigoti abbandonarono Roma dopo pochi giorni per trasferirsi in Gallia.
Gli Unni e Attila
Dopo i Vandali fu il momento degli Unni che nel V secolo guidati da Attila si riversarono nell’impero romano, ma il generale Ezio riuscì a sconfiggere Attila ai Campi Catalaunici, ma l’anno seguente Attila invase nuovamente l’Italia e si accampò non lontano da Ravenna. Nel 455 Roma venne saccheggiata per la seconda volta. Dopo il sacco di Roma da parte dei Vandali, non fu più possibile un potere stabile all’impero d’occidente.
Nel 476 le truppe barbariche stanziate in Italia deposero l’ultimo imperatore, un bambino Romolo Augusto e acclamarono re il loro generale Odoacre. Con l’insediamento di un imperatore straniero finiva la storia dell’impero romano d’occidente.
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