Canestra di frutta: tutto quello che c’è da sapere sul dipinto
Frutta morta e grandi artisti? Abbinamento visto e rivisto tante volte, ma se la frutta nascondesse qualcosa di particolare e se da questa ne uscisse fuori una vera e propria opera d’arte singolare? Beh, allora non sarebbe la solita “Frutta morta”. In questo ci riuscì perfettamente Caravaggio, con il suo dipinto Canestra di Frutta che ora analizzeremo e faremo anche un accurato approfondimento anche sulla storia del dipinto stesso, cosa assolutamente da non sottovalutare. La Canestra di frutta (nota anche con il nome antico di Fiscella) è un dipinto a olio su tela di 47 cm di altezza e 62 di lunghezza realizzato tra il 1594 e il 1598, oggi conservato nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. L’opera mostra una canestra definita con precisione analitica e quasi fiamminga negli incastri del vimini, all’interno della quale ci sono frutti e foglie di ogni genere.
Per fissare meglio i concetti:
Canestra di frutta: storia del dipinto
Si tratta di un’opera di grande rilevanza e costituisce uno dei lavori più importanti di tutta la sua carriera, quindi non è la soltanto frutta morta che siamo abituati a vedere, ma da cosa scaturisce tutta questa fama? Cosa contraddistingue il dipinto da altri e lo rende cosi straordinario? Iniziamo dalla storia. L’opera venne commissionata dal cardinale Francesco Maria del Monte, un uomo che fu molto legato alle turbolenti vicende di Caravaggio, molto amico del pittore che gli commissionò altre opere importanti. Canestra di frutta fu realizzata per il cardinale Borromeo che in quel periodo si trovava a Roma. Il cardinale era arcivescovo di Milano e fece costruire accanto alla biblioteca Ambrosiana, un altro edifico ovvero l’attuale Pinacoteca Ambrosiana, dove è custodito anche il dipinto. Quando la costruzione terminò il gentile regalo ricevuto dal Cardinale Del Monte, divenne opera principale della collezione del Cardinale Borromeo insieme a tanti altri dipinti, essendo molto amante dell’arte e della pittura in generale.
Canestra di Frutta: analisi del dipinto
La storia di ogni opera, le motivazioni per cui è stata creata, per commissione oppure per volontà personale del pittore non devono e non possono essere mai sottovalutate, perché sono un importante spunto per capire anche i misteri che ogni opera nasconde e soprattutto anche perché viene utilizzata una particolare tecnica a differenza di un’altra. Occorre fare attenzione al centro del dipinto, cioè al vassoio, che contiene la frutta sembra come se volesse uscire dal dipinto in contrapposizione a tutto il resto dell’opera che si mostra in modo chiaro ed evidente immobile e bidimensionale. Il dipinto presenta una forte contrapposizione che ha anche un aspetto simbolico molto forte, se si guarda con attenzione il cesto si può chiaramente notare come la frutta sia di tue tipi: uno rigoroso, colorato e fresco, l’altro appassito, bacato e comunque con qualche danno. Ma perché Caravaggio opta per questa rappresentazione così contrapposta? Nulla è dettato dal caso, anzi il pittore con queste due evidenti differenze vuol mostrare chiaramente il mondo ecclesiastico e la chiesa in sé: il cesto simboleggia la Chiesa, e Caravaggio, mettendola in bilico sulla mensola, mentre tende verso lo spettatore, allude alla volontà da parte del clero di volersi offrire all’umanità; allo stesso modo, anche i frutti non sono stati scelti casualmente, ma sono degli elementi simbolici citati anche in un’altra opera ovvero “Cantico dei Cantici”. Anche i colori riservano dei segreti, a primo impatto il dipinto può sembrare molto colorato e sgargiante, grazie allo sfondo, ma se si reca molta attenzione si vede chiaramente come è stata utilizzata una tonalità molto scura per ogni tipologia di frutto.
Quindi come dicevamo prima, tutto, dall’analisi, alla scelta della rappresentazione è collegata al motivo per cui un’opera viene realizzata e per chi viene realizzata!
Dietro un semplice dipinto può esistere un mondo, che si può scoprire solo attraverso lo studio!
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