Numquam ingenium idem ad res diversissimas, parendum atque imperandum habilius fuit. Plurimum audaciae ad pericula capessenda plurimum consilii inter ipsa pericula erat. Nullo labore aut corpus fatigari aut animus vinci poterat. Caloris ac frigoris patientia par; cibi potionisque desiderio naturali, non voluptate modus finitus; vigiliarum somnique nec die, nec nocte discriminata tempora. Vestitus nihil inter aequales excellens; arma equi conspiciebantur. Equitum peditumque idem longe primus erat, princeps in proelium ibat, ultimus, conserto proelio, excedebat. Has tantas viri virtutes ingenia vitia aequabant: inhumana crudelitas, perfidia plus quam Punica, nihil veri, nihil sancti, nullus deorum metus, nullum ius iurandum, nulla religio.
Versione tradotta
Mai lo stesso ingegno fu più adatto a cose diversissime, ad obbedire e a comandare. Aveva molta audacia nell'affrontare i pericoli e massima accortezza nei pericoli stessi. Il corpo non poteva essere affaticato da alcuno sforzo, né l'animo abbattuto. La sopportazione era pari sia del freddo che del caldo; la quantità di cibo era determinata dal bisogno naturale e non dall'ingordigia; i momenti di veglia e del sonno non erano distinti né dal giorno né dalla notte. L'abbigliamento non eccelleva tra i suoi pari; si notavano armi e cavalli. Era sempre di gran lunga primo sia a cavallo che a piedi, andava in battaglia in prima fila e ultimo, terminata la battaglia, se ne andava. Grandi difetti eguagliavano queste tante virtù: crudeltà disumana, slealtà maggiore di quella punica, niente di vero, niente di sacro, alcun timore verso gli dèi, nessun giuramento e nessuna religione.
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