Il futurismo è un movimento di avanguardia il cui atto di nascita è considerato il 'Manifesto' che uscì su Le Figaro il 20 Febbraio 1909; il promotore di tale movimento fu Filippo Tommaso Marinetti. Il futurismo nasce in Italia ai primi del Novecento e si diffuse rapidamente in tutta Europa. L'Europa stava attraversando un periodo di grande fermento sotto tutti i punti di vista: la vita stessa degli uomini aveva subito profonde trasformazioni e cambiamenti erano in atto su tutti i fronti. Si pensi alle guerre, alle catene di montaggio, alle prime automobili, alle invenzioni tecnologiche (il telegrafo senza fili, la cinepresa, la radio, gli aeroplani). Si iniziava a respirare aria di futuro e modernità, e il concetto di velocità diventò uno dei punti cardine del nuovo movimento. I suoi caratteri distintivi erano l'irrazionalismo, l'esaltazione del capitalismo e della tecnologia, l'appoggio dei movimenti nazionalistici, l'amore per la rissa, l'esaltazione del modernismo e della 'civiltà della macchina'. I temi del futurismo erano tutti espressi in maniera molto chiara nel Manifesto:
il culto del coraggio
lo sprezzo per il pericolo
la guerra, considerata 'sola igiene del mondo'
la velocità
la lotta contro il passato ('noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie)
fiducia nel progresso
In campo artistico la poetica futurista si traduce quasi sempre nella ricerca del dinamismo a tutti i costi: un soggetto non viene mai rappresentato fermo o in quiete, ma esclusivamente in movimento; il movimento viene rappresentato proprio nel suo dispiegarsi, mentre l'azione si svolge; è per questo che è difficile avere contezza degli oggetti che vengono rappresentati sulle tele dei futuristi (vedi ad esempio 'Il cavaliere rosso' di Carrà, 'Velocità d'automobile' di Giacomo Balla, 'Dinamismo di un ciclista' di Uberto Boccioni).
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