Carmina di Catullo, Carme 51 - Studentville

Carmina di Catullo, Carme 51

Ille mi par esse

deo videtur,
ille, si fas est, superare divos,
qui sedens adversus identidem te
spectat et audit
dulce

ridentem, misero quod omnis
eripit sensus mihi: nam simul te,
Lesbia, aspexi, nihil est super mi

* * *

* * * * *
lingua sed torpet, tenuis sub artus
flamma demanat, sonitu suopte
tintinant aures, gemina

et teguntur
lumina nocte.
otium, Catulle, tibi molestum est:
otio exsultas nimiumque gestis:
otium et reges

prius et beatas
perdidit urbes.

Versione tradotta

Egli simile mi sembra essere ad un dio,
egli, se e lecito, (sembra) superare gli dei,
lui che sedendo di fronte

continuamente i
ammira ed ascolta
sorridere dolcemente, cosa che toglie
a me poveretto tutti i sensi: appena

ti,
scorsi, Lesbia, nulla mi resta
* * * * * * *
ma la lingua si blocca, sotto le membra una sottile
fiamma

emana, del loro stesso suono
tintinnano le orecchie, anche le gemelle luc
si coprono di notte.
Il riposo, Catullo, ti

è nocivo:
Esulti di riposo e smani troppo:
il riposo in passato ha distrutto re
e città felici.

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