Oramus,
si forte non molestum est,
demonstres ubi sint tuae tenebrae.
te Campo quaesivimus minore,
te in Circo, te in
omnibus libellis,
te in templo summi Iovis sacrato.
in Magni simul ambulatione
femellas omnes, amice, prendi,
quas vultu vidi tamen sereno.
A! vel te, sic ipse flagitabam,
“Camerium mihi pessimae puellae.
quaedam inquit, nudum reduc…
“en hic in roseis latet papillis.”
sed te iam ferre Herculi labos est;
tanto te
in fastu negas, amice.
dic nobis ubi sis futurus, ede
audacter, committe, crede luci.
nunc te lacteolae tenent
puellae?
si linguam clauso tenes in ore,
fructus proicies amoris omnes.
verbosa gaudet Venus loquella.
vel, si
vis, licet obseres palatum,
dum vestri sim particeps amoris.
Versione tradotta
Supplichiamo, se per caso non è fastidioso,
di mostrare dove sian
le tue tane.
Te cercammo nel Campominore,
te nel Circo, te in tutti i libercoli,
te nel tempio consacrato al sommo
Giove.
Insieme nella passeggiata di Magno
presi tutte le femminucce, amico,
che però vidi con volto sereno.
Ahi!
Proprio te io cercavo,
"Camerio a me, pessima ragazza.
Dice una, nudo cond
"Ecco si nasconde tra queste
poppette"
Ma ormai sopportarti è una fatica da Ercole;
In mezzo a tanta boria ti neghi, amico.
Dicci dove hai
intenzione di essere, dichiaralo
coraggiosamente, esponiti, affidati alla luce.
Adesso ti trattengono le ragazze bianche
come il latte?
Se tieni la lingua in una bocca chiusa,
butterai tutti i frutti dell'amore.
Venere gioisce d'una
parlantina abbondante.
Oppure, se vuoi, è lecito serrare il palato,
purchè sia partecipe del vostro amore.
- Letteratura Latina
- Carmina 31-60
- Catullo