Noli admirari, quare tibi femina nulla,
Rufe, velit tenerum supposuisse femur,
non si
illam rarae labefactes munere vestis
aut perluciduli deliciis lapidis.
laedit te quaedam mala fabula, qua
tibi fertur
valle sub alarum trux habitare caper.
hunc metuunt omnes, neque mirum: nam mala valde est
bestia, nec quicum bella puella cubet.
quare aut crudelem nasorum interfice pestem,
aut
admirari desine cur fugiunt.
Versione tradotta
Non meravigliarti, perché
nessuna femmina,
Rufo, voglia metterti sotto la tenera coscia,
neanche se tu la fai crollare con il dono d'una
rara veste
o con la delizia d'una pietra scintillantuccia.
Ti rovina una brutta diceria, con cui si dice
che
sotto la valle delle ascelle abita un truce caprone.
Lo temono tutte, non (è) strano: è una gran brutta
bestia, con
cui una ragazza carina non giacerebbe.
Perciò o fai fuori la cruele pestilenza dei nasi,
o smettila di meravigliarti
perche fuggono
- Letteratura Latina
- Carmina 61-90
- Catullo