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Il Metodo Il metodo Cartesiano é definito a partire dalle Regulae ad directionem ingenii : Per metodo intendo delle regole certe e facili , osservando le quali esattamente , nessuno darà mai per vero ciò che sia falso e , senza consumare inutilmente alcuno sforzo della mente , ma gradatamente aumentando sempre il sapere , perverrà alla vera cognizione di tutte quelle cose di cui sarà capace . Nel Discorso sul metodo queste regole sono ridotte al numero di 4 . La prima regola é quella dell’ EVIDENZA : essa infatti prescrive di non accogliere come vero ciò che non é evidentemente tale , cioè accogliere solo ciò che é chiaro e distinto : Io chiamo chiara quella conoscenza che é presente e manifesta a uno spirito attento , come noi diciamo di vedere chiaramente gli oggetti quando , presenti , agiscono abbastanza fortemente e i nostri occhi sono disposti a guardarli . E distinta quella che é talmente precisa e differente da tutte le altre da non comprendere in sè se non ciò che appare manifestamente a chi la considera come si deve ( Princìpi ) . La seconda regola prescrive il procedimento dell’ ANALISI come condizione essenziale per acquisire l’ evidenza . I problemi e le difficoltà che si incontrano nell’ indagine sono infatti facilmente superabili se divisi nei loro elementi più semplici . Nella terza regola viene invece prescritta la SINTESI che permette di risalire dagli oggetti più facilmente conoscibili a quelli più complessi , ravvisando in essi o imponendoglielo un ordine generale . La quarta regola , infine , prescrive di compiere ENUMERAZIONI che permettano di verificare di non aver tralasciato nulla e di non aver fatto errori nei passaggi svolti . La chiarezza e la distinzione definiscono la conoscenza certa ed escludono la validità di ogni sapere soltanto probabile o congetturale ( pensiamo a Nicola Cusano , autore di un De coniecturis ) . Ma tramite quali strumenti razionali si perviene alla conoscenza certa? Nelle Regulae , Cartesio ravvisa due fonti di un simile sapere : l’ intuito e la deduzione . L’ intuito ha per oggetto le conoscenze immediatamente evidenti alla ragione , coglibili al primo approccio . Esso concerne cioè le cose semplici , che possono essere capite di per se stesse , senza essere ricondotte ad altre evidenze più immediate . Sono di questo tipo l’ estensione , la figura , l’ esistenza, il movimento il dubbio . La natura di queste cose é infatti immediatamente chiara e distinta a chiunque , senza la necessità di far ricorso ad artificiose e spericolate definizioni sostanziali , come era invece pretesa della tradizione aristotelico – scolastica . La deduzione riguarda invece la congiunzione necessaria delle cose semplici in modo tale da formare cose composte , cioè consente il passaggio dall’ intuizione di verità immediatamente coglibili con l’ intuito a verità costruite razionalmente che presentano un livello di complessità sempre più elevato , fino a comprendere l’ intera scienza umana . La deduzione si distingue dall’ intuito perchè essa procede in modo discorsivo , tramite un ragionamento a tappe , scandito da passaggi intermedi , anzichè cogliere ” a prima vista ” la verità . In questo modo , da cose immediatamente evidenti se ne possono dedurre altre la cui evidenza é solo mediata , ossia garantita dalla correttezza delle congiunzioni intermedie . Ma Cartesio fa notare come ogni passaggio intermedio sia fondato su una certezza immediata , per cui , quando si ripercorrerà più volte velocemente l’ intera serie dei passaggi , come succede quando si compiono le enumerazioni previste dalla quarta regola , ci si abitua a vedere con immediatezza la connessione tra il primo e l’ ultimo anello della catena da noi creata con la deduzione . Quindi il carattere intuitivo viene sostanzialmente mantenuto da Cartesio anche nelle varie f (segue nel file da scaricare)
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