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La sostanza Abbiamo già parlato di sostanza pensante e di sostanza estesa , ma non abbiamo ancora chiarito che cosa sia per Cartesio la sostanza . Nei Princìpi egli la definisce come una cosa che esiste in tal modo da non aver bisogno che di se medesima per esistere . Anche Aristotele aveva definito la sostanza come un qualcosa che per esistere non ha bisogno di nulla al di fuori di sè e San Tommaso , vivendo in un’ epoca religiosissima quale era il medioevo , aveva corretto l’ espressione definendo sostanza ciò che per esistere non ha bisogno di null’ altro se non di sè e di Dio . Cartesio pare in questo caso molto più vicino ad Aristotele che non a San Tommaso . Tuttavia , in senso proprio , il termine sostanza compete solo a Dio : ma in senso più lato é comunque possibile intendere la sostanza come ciò che per esistere non ha bisogno di nient’ altro che di Dio : ecco allora che in qualche senso Cartesio si avvicina a San Tommaso . In questa nuova accezione si distinguono due diversi tipi di sostanza : la sostanza PENSANTE , scevra di estensione e indivisibile , e , viceversa , la sostanza ESTESA e divisibile . Questi due tipi di sostanza sono dunque reciprocamente distinti anche perchè vengono distintamente conosciuti dall’ intelletto i loro rispettivi attributi peculiari e fondamentali , che sono appunto il pensiero e l’ estensione . Ed é proprio in questo che consiste il dualismo che caratterizza l’ intera filosofia di Cartesio : dopo che Giordano Bruno ( per vie metafisiche ) e Galileo Galilei ( per vie scientifiche ) avevano dimostrato l’ unità della sostanza , dimostrando come non vi fossero possibili dualismi , Cartesio stravolge il tutto ritornando ad un dualismo dal quale scaturiscono non pochi problemi concettuali , come ad esempio il rapporto tra anima e corpo , i quali non passarono inosservati agli occhi dei contemporanei , che ebbero modo di tempestare Cartesio di lettere in cui gli facevano notare le aporie del suo pensiero . Ma il dualismo cartesiano , pur creando non poche difficoltà , presenta anche aspetti positivi perchè comporta il riconoscimento dell’ autonomia della materia corporea dalla sostanza spirituale , opponendosi così alla tradizione platonico – aristotelica che vedeva nel corpo soltanto un organo dell’ anima . Questo fatto ha senz’ altro contribuito alla nascita di una scienza del corpo umano e della natura fisica che obbedisce a metodi autonomi e indipendenti dalla metafisica tradizionale . In particolare il cartesianesimo ha incentivato la diffusione di una considerazione meccanico-causale della natura , escludendo da essa le spiegazioni finalistiche tipicamente aristoteliche : non piove perchè la pioggia fa bene alle coltivazioni ( in modo finalistico ) , ma per via di una combinazione di fenomeni che fanno cadere la pioggia ( in modo meccanicistico ) . Tra l’ altro la fisica e la biologia cartesiane si discostano ancora dai modelli della scienza moderna , messi a punto dalla rivoluzione scientifica , dal momento che in esse l’ esperienza é sempre subordinata al presupposto razionalistico della validità incondizionata del metodo intuitivo-deduttivo . (segue nel file da scaricare)
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