Una volta detto che esisto con il cogito, resta da chiarire che cosa sono; dopo il quod est del cogito ergo sum bisogna passare al quid est; il fatto di pensare ha portato Cartesio all’ evidente certezza di esistere come cosa pensante ( res cogitans ): da qui Cartesio deduce di esistere come pensiero, ossia come anima. Però Cartesio non ha del tutto ragione: perchò dire che esisto per il fatto di pensare non significa che io esista solo come entità pensante. Sicuramente come entità pensante esisterò, ma magari non solo come entità pensante: magari avrò un corpo, un’ esistenza materiale e non solo spirituale come anima. L’ errore di Cartesio in altri termini sta nel passare da una cosa che pensa a una cosa pensante, che come unica caratteristica ha il pensare. Dell’ esistenza del mio corpo non ho certezza ( il cogito ergo sum mi dimostra l’esistenza intellettuale ), ma non ho neanche certezza dell’ inesistenza del corpo per dire che sono un pensiero senza corpo ! Perchò mai devo essere un pensiero invece che un essere materiale che pensa? Questa è l’ aporia cartesiana, il non prendere nulla per certo, neanche l’ esistenza del proprio corpo, per poi finire col prendere per certa l’ inesistenza del proprio corpo ! Sempre nel 1600 Locke da buon cristiano riprenderà le tesi di Cartesio ma non accetterà l’ esistenza come pensiero, bensì dirà di avere il pensiero, ma di non essere pensiero; egli dice di avere la convinzione di possedere un corpo perchò così dice il cristianesimo. Cartesio non sa ancora dell’ esistenza di un mondo fisico ( non l’ ha ancora dimostrato ), ma distingue tra res cogitans ( la cosa pensante ) e res extensa ( la sostanza estesa ); so di esistere come sostanza pensante ( non so nulla del mio corpo ), ma ho concepito separatamente la sostanza pensante. Non so ancora se esista una sostanza estesa, ma se arriverò a dimostrare che essa esiste, avendo potuto concepire la sostanza pensante perfettamente diversa e distinta da quella estesa, avrò un mondo fatto di due realtà nettamente distinte dove la caratteristica della res cogitans sarà il pensiero, quella della res extensa l’ estensione. In altre parole, Cartesio sa di esistere come res cogitans ( come pensiero ), non è certo che la res extensa esista, ma se esiste sarà totalmente purificata dalla spiritualità così come la res cogitans è totalmente altra cosa dalla res extensa. Tutto questo discorso metafisico e spirituale porta Cartesio ad una metafisica meccanicistica, che vuole la materia totalmente diversa dallo spirito. In altri termini, Cartesio con la questione della res cogitans dà una fondazione a priori del meccanicismo, elimina cioò dal mondo fisico tutto ciò che non risulta riconducibile ad aspetti quantitativi: nel mondo quantitativo tutto è ridotto ad estensione ( la parte occupata dalla materia ) e movimento ( gli spostamenti nello spazio dell’ estensione ). La fondazione meccanicistica di Cartesio, dicevamo, è a priori perchò afferma il carattere meccanicistico proprio perchò opposto alla realtà spirituale. La res cogitans è nettamente diversa dalla res extensa e di conseguenza il mondo materiale ( che è caratterizzato dalla materia, la res extensa ) sarà privo di spiritualità . La grande novità introdotta da Cartesio e che va ben al di là della tradizione aristotelica, è che Aristotele non aveva spaccato in due il mondo come invece fa Cartesio; per lo Stagirita tutto ( tranne Dio, l’ anima e le intelligenze celesti ) è fatto di sinoli ( unione di materia e forma ); dire che l’ intero mondo è fatto di sinoli non significa affatto dire che vi sono due sostanze, una materiale e una immateriale accoppiate: anzi, la separazione di materia e forma in un sinolo è solamente concettuale e anche un ente semplicissimo, quale una pietra, è sinolo di materia e forma. In altre parole sinolo è una sostanza che allo stesso tempo è materia e forma. Non a caso un essere animato è tale nella misura in cui è sinolo di materia e forma. Per Platone invece sì che vi sono due sostanze diverse che si accoppiano momentaneamente e questo lo porta inevitabilmente all’ immortalità dell’ anima, che invece in Aristotele può difficilmente essere giustificata: l’ anima per Platone è qualcosa di radicalmente diverso dal corpo e mentre per Aristotele una volta che il corpo muore anche l’ anima non può che perire perchò si rompe il sinolo corpo, per Platone invece l’ anima, una volta morto il corpo, vive meglio da sola. Sotto questo aspetto Cartesio è decisamente platonizzante: per lui in primo luogo il mondo è costituito da realtà animate e realtà inanimate o, per essere più netti, di realtà di pura materia e di realtà di puro spirito; ecco quindi che Cartesio si distacca decisamente dalle posizioni monistiche rinascimentali di Giordano Bruno, che vedeva ogni ente come sostanza fatta di materia e forma ( che finivano per identificarsi ). Il mondo di Cartesio è fortemente dualistico: da un lato troviamo la res extensa ( la materia ), pura, senza forma, senza spirito, movimentata ed estesa e dall’ altro lato troviamo la res cogitans, che è l’ esatto contrario della res extensa: è senza estensione ed è puramente spirituale. Cartesio, sulle orme di Platone, dice che nell’ uomo queste due realtà totalmente diverse sono momentaneamente accoppiate. Dire che sono totalmente diverse e accoppiate solo momentaneamente implica l’ immortalità dell’ anima, cosa che Cartesio, da buon cristiano, sosterrà strenuamente. Quella di Cartesio si potrebbe definire metafisica meccanicistica ma non materialistica, visto che accanto alla materia c’è anche la spiritualità . Ma la cosa strana è che il fondamento di questa metafisica è a priori: dubito, penso e quindi esisto come res cogitans; ma Cartesio fa un passo avanti: dal fatto che esisto e sono una cosa che pensa ( ho intuito di esistere proprio dal fatto di pensare ) Cartesio arriva a concludere di essere sostanza pensante, sostanza la cui caratteristica fondamentale è il pensiero: detto in altri termini, Cartesio non si limita a dire che abbiamo il pensiero, bensì dice che siamo soltanto pensiero ( res cogitans ). Secondo Cartesio dal fatto che possiamo cogliere in modo evidente ( chiaro e distinto ) la nostra esistenza intellettuale, deriva inevitabilmente che siamo sostanze la cui essenza è il pensiero. Abbiamo anche parlato di res extensa contrapposta a res cogitans, ma in realtà Cartesio non è ancora arrivato a dimostrare l’ esistenza della res extensa, del mondo materiale: ha solo dimostrato ( o meglio intuito immediatamente ) che intellettualmente esistiamo ( cogito ergo sum ). Ma quando Cartesio dice che esistiamo come pensiero che cosa intende con la parola ” pensiero “? Egli non intende soltanto l’ attività intellettuale ( matematica, geometria, ecc. ) ma anche quella mentale ( percepire i colori, ad esempio ). Questo permette di capire come il suo ragionamento ( apparentemente assurdo ) in fondo sia sensato. Cartesio è certo dell’ esistenza dell’ io ma anche delle idee che percepisco ( dove idea sta per ogni qualsivoglia contenuto della mente: tanto pensare un triangolo quanto percepire il colore blu ) proprio perchò vengono percepite dal mio intelletto il quale, a differenza dei sensi, si fa ingannare ben più difficilmente; ma il problema che si pone Cartesio è se dietro alle idee che cogliamo esistano anche le cose reali: se vedo un libro blu e percepisco il colore blu nella mia mente sono certo che il blu esista, ma non sono affatto certo che esista il libro ! Dicendo di essere res cogitans Cartesio arriva a dire che tutto ciò che percepisco esiste ma esiste solo come contenuto del mio pensiero, non è detto che esista anche nella realtà . L’ esistenza delle idee delle cose materiali è certa; quel che non è certa è l’ esistenza delle cose materiali di cui percepiamo le idee. Quindi Cartesio non sa ancora se il mondo materiale esista ( le idee delle cose materiali però esistono ); in qualità di res cogitans egli è convinto della propria esistenza ( come soggetto pensante ); non sa se il mondo esiste ma se esiste, comunque, esisterà per forza come res extensa perchò essa è l’ opposto della res cogitans; Cartesio ha già dimostrato che il pensiero, lo spirito è totalmente depurato dalla materia e quindi a sua volta la materia sarà totalmente depurata dallo spirito: distinguendo una cosa resta distinta anche l’ altra. Cartesio ha dimostrato l’ esistenza del pensiero nella sua purezza, non sa se la materia esista, ma se esiste egli è convinto che vada concepita come estensione e movimento, assolutamente libera e indipendente dal pensiero.
- 1600
- Filosofia - 1600