sed mihi haec ac talia audienti in incerto iudicium est fatone res mortalium et necessitate immutabili an forte volvantur. quippe sapientissimos veterum quique sectam eorum aemulatur diversos reperies ac multis insitam opinionem non initia nostri non finem non denique homines dis curae; ideo creberrime tristia in bonos laeta apud deteriores esse. contra alii fatum quidem congruere rebus putant sed non e vagis stellis verum apud principia et nexus naturalium causarum; ac tamen electionem vitae nobis relinquunt quam ubi elegeris certum imminentium ordinem. neque mala vel bona quae vulgus putet: multos qui conflictari adversis videantur beatos at plerosque quamquam magnas per opes miserrimos si illi gravem fortunam constanter tolerent hi prospera inconsulte utantur. ceterum plurimis mortalium non eximitur quin primo cuiusque ortu ventura destinentur sed quaedam secus quam dicta sint cadere fallaciis ignara dicentium: ita corrumpi fidem artis cuius clara documenta et antiqua aetas et nostra tulerit.
Versione tradotta
Ma io, quando sento questi e simili casi non riesco a giudicare (lett.: a me che sento queste e tali cose, il giudizio è nell'incertezza) se le vicende dei mortali siano manovrate dal destino o da una immutabile necessità o (se si svolgano) a caso. Infatti troverai che sono di opinioni opposte (lett.: troverai opposti) i più sapienti tra gli antichi e coloro che seguono la loro dottrina e che in molti è radicata la convinzione che non siano oggetto di cura per gli dei (= doppio dativo) né il nostro principio né la nostra fine né, in breve, gli uomini (stessi); che, perciò, molto spesso le sventure (lett.: le cose tristi) (piombino addosso) ai buoni (mentre) la prosperità abiti (lett.: le cose liete siano) presso i malvagi (lett.: quelli peggiori). Al contrario, altri pensano che gli avvenimenti siano, sì, legati al destino, ma non (dipendenti) dal corso delle stelle, bensì dalle cause prime e dalle conseguenze dei processi naturali; e tuttavia lasciano a noi la scelta (del genere) di vita dalla quale, una volta che tu l'abbia adottata, deriva un susseguirsi inevitabile di avvenimenti (lett.: una volta che tu abbia scelto la quale, un ordine certo di fatti che incalzano). E mali e beni non sono quelli che il volgo reputa (tali): molti che sembrano lottare contro le avversità (sono) felici, e molti (altri), sebbene (vivano) tra grandi ricchezze, (sono) infelicissimi, se quelli sopportano con fermezza una sorte gravosa (e) questi usano stoltamente una (sorte) buona. Del resto dalla maggior parte dei mortali non si può allontanare il (pensiero) che gli avvenimenti futuri siano destinati al momento della nascita di ciascuno, ma che alcuni accadano in modo diverso da come sono stati predetti, per le menzogne di coloro che dicono cose che non conoscono (lett.: sconosciute): così viene meno la fiducia in un'arte di cui sia l'età antica sia la nostra hanno portato chiari esempi. (da latinovivo.com)
- Letteratura Latina
- Annales di Tacito
- Tacito