Cassandra, Priami Troianorum regis filia, Apollinis sacerdos, numinis dono, futurum praesentiebat. Magnum igitur bellum inter Troianos et Graecos exarserat, cum Cassandra patriae estremam ruinam atque cladem suis civibus praenuntiavit, at frustra; Troiani enim Cassandrae verbis non crediderunt et tunc quoque, in extremo discrimine, futuram victoriam cupiebant. Post multos annos Graeci civitatem ceperunt, at non armis, sed dolo. Ulixes enim equum ligneum construxerat in quo multi Graeci viri se occultaverant. Postquam Troiani equo urbis ianuas aperuerant et in arce tamquam donum deae Minervae cum collocaverant, nocte ex equi alveo Ulixes et Graeci descenderunt, in oppidum irruerunt, portas Graecis aperuerunt. Ut Graecorum milites Troiam occupaverunt, incendiis vastaverunt et miseros incolas interfecerunt. Troia et Cassandra memorabuntur donec Homeri carmina legentur.
Versione tradotta
Cassandra, figlia di Priamo, re dei Troiani, sacerdotessa di Apollo, per dono della divinità, presagiva il futuro. Dunque, era scoppiata una guerra tra Troiani e Greci, quando Cassandra preannunciò una fatale rovina e la distruzione ai suoi concittadini, ma invano; i Troiani infatti non credettero alle parole di Cassandra e anche allora, nel pericolo estremo, desideravano una vittoria futura. Dopo molti anni i Greci presero la città, e non con le armi, ma con un inganno. Ulisse infatti aveva fatto costruire un cavallo di legno in cui molti uomini greci si erano nascosti. Dopo che i Troiani avevano aperto le porte della città al cavallo e lo avevano collocato, come dono, sulla rocca della dea Minerva, di notte dal ventre del cavallo scesero Ulisse e i Greci, irruppero nella città, aprirono le porte ai Greci. Quando i soldati greci occuparono Troia, la devastarono con incendi e uccisero i poveri abitanti. Troia e Cassandra saranno ricordati finché si leggeranno i poemi di Omero.
- Letteratura Latina
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