Agriculturae imperiti et plurimis periculis obnoxii, homines agros et silvas peragrabant tempus degentes sicut ferae. Itaque Ceres hominum condiciones sublevare voluit: nam dea, mater frugum, benevolentissime frumenti usum hominibus praecepit. Postea etiam Prometheus operam dedit ut hominibus genus vitae minus asperum magisque idoneum humanae infirmitati esset: Minervae auxilio in caelum celerrime ascendit et ignem surripuit ut generose hominibus donaret. Res iam prospere evenerat, sed Iuppiter dolum detexit Prometheumque saevissimo supplicio punivit: ad rupem in Caucaso ferreis clavis fixit, aquila iecur noctu recrescens interdiu vorabat. Prometheus igitur poenas perpetuas et immutabiles dedit, sed propter ignis donum homines quam optime vitam egerunt.
Versione tradotta
Gli uomini inesperti di agricoltura ed esposti a moltissimi pericoli vagavano i campi e le selve vivendo (trascorrendo il tempo) come le belve. E così Cerere volle risollevare le condizioni degli uomini: infatti la dea, madre delle messi, insegnò agli uomini molto benevolmente l'uso del frumento.
Poi anche Prometeo s'impegnò affinché per gli uomini il tenore di vita risultasse meno duro e più idoneo all'umana delicatezza: salì molto velocemente in cielo con l'aiuto di Minerva e rubò il fuoco per donarlo generosamente agli uomini. La cosa si era compiuta felicemente, ma Giove scoprì l'inganno e punì Prometeo con un crudelissimo supplizio: lo fissò con chiodi di ferro ad una rupe sul Caucaso, un'aquila durante il giorno gli divorava il fegato che ricresceva di notte. Prometeo dunque pagò perpetue ed immutabili pene, ma per il dono del fuoco gli uomini vissero più che bene.
- Letteratura Latina
- La Lingua delle Radici 1
- Versioni dai Libri di Esercizi