Cesare incoraggia i soldati - Studentville

Cesare incoraggia i soldati

Caesar, ab superioribus consiliis depulsus, omnem sibi commutandam belli rationem existimavit. Itaque, uno tempore praesidiis omnibus deductis et oppugnatione dimissa coactoque in unum locum exercitu, contionem apud milites habuit hortatusque est, ne ea, quae accidissent, graviter ferrent neve his rebus terrerentur multisque secundis proeliis unum adversum et id mediocre opponerent. Habendam esse fortunae gratiam, quod Italiam sine aliquo vulnere cepissent, quod duas Hispanias bellicosissimorum hominum peritissimis atque exercitatissimis ducibus pacavissent, quod finitimas frumentariasque provincias in potestatem redegissent; denique recordari debere, qua felicitate inter medias hostium classes, oppletis non solum portibus sed etiam litoribus omnes incolumes essent transportati. Si non omnia caderent secunda, fortunam esse industria sublevandam. Quod esset acceptum detrimenti, cuiusvis potius quam suae culpae debere tribui. Locum se aequum ad dimicandum dedisse, potitum se esse hostium castris, expulisse ac superasse pugnantes.

Versione tradotta

Cesare, costretto a rinunziare ai precedenti propositi, ritenne di dover modificare l’intero piano di guerra. Così, ritirati in uno stesso momento tutti i presìdi, abbandonato l’assedio e raccolto l’esercito in un sol luogo, tenne un discorso ai soldati e li esortò a non sopportare di malanimo quanto era accaduto, a non spaventarsi per questi eventi e a confrontare questo solo insuccesso (adversum), e per di più di poco conto, con le molte battaglie favorevoli. Bisognava ringraziare la sorte, poiché avevano preso l’Italia senza alcuna perdita (più lett. ferita), poiché avevano pacificato le due Spagne contro comandanti straordinariamente abili ed esperti di popolazioni bellicosissime, poiché avevano ricondotto in loro potere le province confinanti, ricche di frumento; infine dovevano ricordare con quanta fortuna, in mezzo alle flotte nemiche, erano stati trasportati tutti incolumi, con non solo i porti, ma anche le coste presidiate (più lett. piene [di nemici]). Se non tutto andava per il verso giusto (lett. tutte le cose non avvenivano propizie), bisognava risollevare la sorte con l’impegno. Il danno che avevano subito doveva essere ascritto a colpa di chiunque ma non sua (più lett. di lui). Aveva scelto (più lett. dato) un luogo adatto per combattere, si era impadronito del campo dei nemici e aveva schiacciato e vinto gli avversari (lett. i combattenti).

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