Milites legionum duarum, ex Sicilia navibus onerariis profecti, cum iam non longe a portu Ruspinae abessent, conspicati naves Caesarianas, quae in statione apud Thapsum stabant, veriti ne in adversariorum classem inciderent imprudentes, vela in altum dederunt, ac diu multumque iactati, tandem multis post diebus siti inopiaque confecti, ad Caesarem pervenerunt. Gaetuli interim perfugae, qui cum litteris mandatisque a Caesare missi erant, ad suos cives pervenerunt. Quorum auctoritate adducti Caesarisque nomine persuasi, a rege Iuba desciscunt celeriterque cuncti arma capiunt atque contra regem facere non dubitant. Quibus rebus cognitis, Iuba, timens ut satis tutus ab Gaetulorum insidiis esset, ex suis copiis, quas contra Caesarem adduxerat, sex cohortes in fines regni sui misit, quae essent praesidio contra Gaetulos.
Versione tradotta
I soldati delle due legioni, partiti dalla Sicilia con le navi da carico, quando ormai non erano lontani dal porto di Ruspina, avvistate le navi di Cesare, che stavano al posto di guardia presso Tapso, temendo di incappare nella flotta degli avversari da imprudenti, si diressero al largo, e, avversati a lungo e molto, alla fine, dopo molti giorni, stremati dalla sete e dalla scarsità di viveri, giunsero da Cesare. Nel frattempo i fuggitivi Getuli, che con lettere e proposte erano stati mandati da Cesare, giunsero presso i loro concittadini. Spinti dalla loro autorità e persuasi dal nome di Cesare, questi si ribellano al re Giuba e velocemente prendono tutti insieme le armi e non indugiano e schierarsi contro il re. Sapute queste cose, Giuba, temendo di non essere abbastanza al sicuro dalle insidie dei Getuli, delle sue truppe che aveva portato contro Cesare mandò sei coorti ai confini del suo regno, che fossero di difesa contro i Getuli.
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