Caesar ad portum Itium (Izio) cum legionibus pervenit. Eodem equitatus totius Galline convenit principesque ex omnibus civitatibus. Ex quibus perpaucos, quorum in se fidem perspexerat, relinquere in Gallia, reliquos, obsidum loco, secum ducere decreverat, quod, cum ipse abesset, motum Galliae verebatur. Erat una cum ceteris Dumnorix Haeduus. Hunc secum habere in primis constituerat, quod eum cupidum rerum novarum, cupidum imperii, magni animi, magnae inter Gallos auctoritatis cognoverat. Ille primo omnibus precibus petere contendit (sforzarsi) ut in Gallia relinqueretur, partim quod, insuetus navigandi, mare timeret, partim quod religionibus impediri sese diceret. Posteaquam id ostinate sibi negari vidit, omni spe impetrandi adempta, principes Galline sollecitare, sevocare singulos hortarique coepit uti in continenti remanerent. Qua re cognita Caesar, quod tantum civitati Haeduae dignitatis (gen. Partitivo dipendente da tantum) tribuerat, coercendum atque deterrendum (esse) Dumnorigem statuebat; quod longius eius amentiam progredi videbat, prospiciendum (sott. Esse statuebat) nequid sibi ac rei publicae nocere posset.
Versione tradotta
Sistemata la questione, Cesare con le legioni raggiunse Porto Izio. Qui apprese che sessanta navi, costruite nelle terre dei Meldi, erano state respinte da una tempesta e non avevano potuto tenere la rotta, per cui erano rientrate alla base di partenza; trovò, però, le altre pronte a salpare ed equipaggiate di tutto punto. Qui lo raggiunsero contingenti di cavalleria da ogni parte della Gallia, per un complesso di circa quattromila uomini, insieme ai principi dei vari popoli: ne lasciò in Gallia ben pochi, quelli di provata lealtà; gli altri aveva deliberato di portarseli dietro in qualità di ostaggi, perché temeva, in sua assenza, una sollevazione della Gallia. Tra gli altri c'era l'eduo Dumnorige, di cui abbiamo già parlato. Fu uno dei primi che Cesare decise di tenere con sé, conoscendone il desiderio di rivolgimento, l'ambizione di comandare, la forza d'animo e il grande prestigio tra i Galli. Inoltre, nell'assemblea degli Edui, Dumnorige aveva detto che Cesare gli aveva offerto il regno: ciò non piaceva affatto agli Edui, ma non osavano inviare messi a Cesare per opporsi o per invitarlo a desistere. Della faccenda Cesare era stato informato dai suoi ospiti. Dumnorige, in un primo tempo, ricorse a ogni sorta di preghiere per riuscire a restare in Gallia: disse di aver paura del mare, inesperto com'era di navigazione, addusse come scusa un impedimento d'ordine religioso. Quando vide le sue richieste tenacemente respinte, persa ogni speranza di raggiungere il suo scopo, cominciò a sobillare i principi della Gallia e a terrorizzarli; li prendeva in disparte, li spingeva a non lasciare il continente: non era un caso se la Gallia veniva privata di tutti i nobili; si trattava di un piano di Cesare, che, non avendo il coraggio di eliminarli sotto gli occhi dei Galli, li portava in Britannia per ucciderli; come garanzia per loro, Dumnorige dava la propria parola, ma ne esigeva la promessa, con giuramento solenne, di provvedere di comune accordo a ciò che ritenevano l'interesse della Gallia. Le mosse di Dumnorige vennero riferite a Cesare da più d'uno.
-Ci sono pezzi in più-
- De Bello Gallico
- De Bello Gallico di Giulio Cesare
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