CEZANNE, LA CASA DELL’IMPICCATO: DESCRIZIONE E ANALISI. Pur affiancandosi in diverse occasioni agli impressionisti, Paul Cézanne (1839 – 1906), dimostra di seguire una via del tutto personale, tentando di coniugare, risolvendone i contrasti, la rappresentazione del vero basata sulla visione diretta e lo studio e la ripresa della tradizione pittorica. Non soltanto Cézanne ha molti elementi in comune con l’impressionismo, ma, anzi, ne rappresenta uno degli aspetti più significativi. Il punto di partenza è lo stesso: il contatto diretto con la natura e il superamento della rappresentazione di essa come qualcosa di immobile. Cézanne non vuole riprodurre l’apparenza della natura, ma coglierne la sostanza. Le impressioni o meglio le sensazioni sono il modo tutto personale del pittore di vedere la natura, di comprenderla, ossia di impadronirsene. La sintesi di queste sensazioni non è l’apparenza transitoria delle cose, né al contrario la sostanza: il quadro è il momento terminale dell’elaborazione della realtà operata dal pittore. Solo che, a differenza degli altri impressionisti, Cézanne ritiene di trovare la sintesi fra i vari aspetti della natura nella forma geometrica.
LA CASA DELL’IMPICCATO DI PAUL CEZANNE: DESCRIZIONE. Il quadro La casa dell’impiccato (1873) è stato dipinto a Auvers-sur-Oise, un paese nei pressi di Parigi, particolarmente importante nella storia della pittura francese. Qui dove abitava il Dottor Gachet, un medico appassionato d’arte, che aveva attrezzato nella sua casa un laboratorio di incisione del quale Cézanne si serviva, soggiornarono anche molti artisti tra cui Van Gogh.
Quest’opera è uno dei quadri del periodo detto impressionista. E infatti lo accomunano alle altre tele impressioniste la tecnica esecutiva (la pennellata rapida, a tocchi) e il tema (un gruppo di modeste case paesane in un ambiente campestre). Ma la composizione segue una logica costruttiva: il luogo dove il sentiero si inerpica diagonalmente verso sinistra è chiuso dalla presenza incombente dei due edifici vicini; fra essi si apre un limitato varco triangolare; al di là si intravedono i tetti delle case del paese, le cui linee oblique riprendono gli spioventi delle costruzioni in primo piano, mentre, a distanza, compaiono colline e, in alto, il cielo azzurro che si schiarisce verso l’orizzonte. Volumi e spazi sono strutturati non secondo le norme prospettiche, ma mediante larghe masse di colori, cosicché tutto risulta relazionato.
LA CASA DELL’IMPICCATO: ANALISI E VEDUTA DI AUVERS. A partire da una rapida stesura realizzata dal vero, Cézanne interviene per stratificazioni successive di pesanti masse di colore, quasi a voler “scolpire” nella materia stessa dell’impasto cromatico i volumi del declivio erboso, degli alberi spogli e dei tetti. Il suo procedimento, il suo stile e persino l’atmosfera conferita ai suoi soggetti si allontanano dalla vivezza cromatica, dalla pennellata mossa e leggera e dalla vitalità delle scene contemporanee dipinte da Monet e Pisarro in quegli anni. Il paesaggio di Cézanne è muto, spogliato dai suoi abitatori e svuotato di ogni preciso riferimento al presente; le sue case e le sue capanne sembrano a loro volta elementi tellurici, rilievi senza tempo sorti spontaneamente e senza ordine dal terreno. I piani contrapposti sono rivelati dai contrasti di luce e di colore, accuratamente studiati sul reale: dall’ocra biancastra del sentiero nella fascia inferiore, al verde brillante del prato, al bruno compatto e sordo del tetto in controluce sulla destra, fino al giallo vivo dei tronchi e al nastro azzurro dei monti e del cielo. Ma questo tipo di costruzione non si esaurisce in un effetto fuggevole; finisce al contrario per manifestare l’aspirazione cezanniana a non dissolvere le forme nella luce, pur rinunciando al disegno di contorno. È il colore stesso a farsi forma.
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- Storia dell’arte - Dal Settecento all'Età Contemporanea