Brundisio profecti sumus a. d. II Kal. Mai.; per Macedoniam Cyzicum petebamus. O me perditum, o me adflictum! Quid nunc? Rogem te ut venias, mulierem aegram et corpore et animo confectam? Non rogem? Sine te igitur sim? Opinor, sic agam: si est spes nostri reditus, eam confirmes et rem adiuves; sin, ut ego metuo, transactum est, quoquo modo potes ad me fac venias. Unum hoc scito: si te habebo, non mihi videbor plane perisse. Sed quid Tulliola mea fiet? Iam id vos videte; mihi deest consilium. Sed certe, quoquo modo se res habebit, illius misellae et matrimonio et famae serviendum est. Quid? Cicero meus quid aget? Iste vero sit in sinu semper et complexu meo. Non queo plura iam scribere; impedit maeror. Tu quid egeris nescio; utrum aliquid teneas an, quod metuo, plane sis spoliata. Tu quod me hortaris ut animo sim magno et spem habeam recuperandae salutis, id velim sit eius modi ut recte sperare possimus. Nunc miser quando tuas iam litteras accipiam? Quis ad me perferet? Quas ego exspectavissem Brundisii, si esset licitum per nautas, qui tempestatem praetermittere noluerunt. Quod reliquum est, sustenta te, mea Terentia, ut potes honestissime. Viximus, floruimus; non vitium nostrum, sed virtus nostra nos adflixit; peccatum est nullum, nisi quod non una animam cum ornamentis amisimus.
Versione tradotta
Parto (lett. Partiamo) da Brindisi il 30 aprile (lett. il secondo giorno prima delle calende di maggio); mi dirigo (lett. ci dirigiamo) a Cizico attraverso la Macedonia. Me disperato, me avvilito! Che (fare) ora? Dovrei chiederti di venire, sapendo che sei (lett. [tu che sei] una donna) malata e distrutta nel corpo e nellanimo? Non dovrei chiedertelo? Dovrei dunque rimanere senza di te? Potrei fare così, mi pare: se cè speranza di un mio (lett. nostro) ritorno, rafforzala e favorisci la cosa; se invece, come temo, (tutto) è perduto, vedi di raggiungermi in qualunque modo puoi. Sappi solo questo: se avrò te, non mi sembrerà di essere del tutto perduto. Ma che cosa accadrà alla mia amata Tullia? Pensate voi ora a questo; a me manca unidea chiara (consilium). Ma certo, in qualsiasi modo la situazione evolverà, bisognerà preoccuparsi del matrimonio e del buon nome di quella poveretta. E poi? Che cosa farà il mio amato Cicerone? Vorrei che fosse sempre nel (mio) grembo e fra le mie braccia (lett. nel mio abbraccio). Non posso più scrivere altro; il dolore (me) lo impedisce. Non so che cosa ti sia capitato (lett. tu abbia fatto); se conservi qualcosa o, come temo, sei stata privata di tutto (plane: completamente). Quanto al fatto che mi esorti a stare di buon animo e a mantenere la speranza di recuperare la salvezza, vorrei che la situazione fosse tale da permetterci di sperare (lett. ciò vorrei fosse di tale modo che possiamo fondatamente sperare). E ora, povero me, quando riceverò una tua lettera? Chi me la porterà? Lavrei aspettata a Brindisi, se mi fosse stato consentito dai marinai, che non hanno voluto lasciar passare il momento favorevole alla navigazione (tempestas). Per il resto, tieniti su, mia (cara) Terenzia, nel modo più onorevole possibile. Ho vissuto, ho raggiunto (lett. abbiamo vissuto... raggiunto) grandi traguardi; non la mia (lett. nostra) manchevolezza, ma la mia virtù mi (lett. ci) ha abbattuto; non ho commesso (lett. non cè) alcuna colpa, se non quella di non aver perso (lett. se non che non abbiamo perso) la vita insieme allonore.
- Letteratura Latina
- Lingua Viva 2
- Versioni dai Libri di Esercizi