CHERILO DI SAMO PERSIKA’: FRAMMENTI. Cherilo di Samo (V sec. a.C.) fu un poeta epico vissuto attorno alla metà del V secolo a.C. Conobbe Erodoto e probabilmente si ispirò a lui nella composizione dei Persikà, poema che narra l’invasione della Grecia da parte di Serse, di cui ci rimangono un centinaio di esametri. Cherilo si è reso conto che ormai l’epica tradizionale è tramontata, perché l’era degli eroi si è conclusa: Omero, vivendo in quell’epoca, poteva narrare la storia di quei tempi, le grandi battaglie e i grandi personaggi. Tuttavia Cherilo ha a disposizione come materia per il suo poema le guerre persiane, e le può affrontare come una lotta epica: è il conflitto dell’Oriente contro l’Occidente, l’Asia contro l’Europa, l’autocrazia contro la libertà. Nel proemio il poeta dichiara di voler unire la narrazione storica ai caratteri epici tradizionali. Invidia inoltre i suoi antenati, perché hanno lavorato nel prato delle Muse quando ancora era incontaminato .
FRAMMENTI PERSIKA’ CHERILO DI SAMO. Nei frammenti 5 e 6 Bernabè, possiamo scorgere, dal poco che rimane, una sorta di catalogo delle forze persiane, probabilmente ispirato ai cataloghi di Omero. Sono infatti descritti due dei popoli del contingente guidato da Serse e il loro grottesco armamentario: da queste descrizioni il variegato esercito asiatico risulta mirabile a vedersi, strano e mostruoso. Nell’enumerazione dei popoli è possibile che Cherilo abbia utilizzato come fonti le stesse del logografo di Alicarnasso, ma la descrizione dell’armamentario potrebbe essere invenzione poetica.
Il frammento 5 Bernabè parla dei pastori Saci, di stirpe scitica che abitavano in Asia.
Anche Erodoto nella rassegna dell’esercito persiano parla dei Saci: dice che sono Sciti, hanno in testa turbanti aguzzi che si ergevano dritti e rigidi, e vestivano brache. Avevano archi del loro paese, pugnali e asce del tipo sagari. Dice inoltre che erano Sciti Amorgi, ma i Persiani li chiamavano Saci, perché così chiamavano tutti gli Sciti. Il loro capo era Istaspe, figlio di Dario e Atossa.
Segue, nel frammento 6, la popolazione che abitava sui monti Solimi.
Di questa popolazione non si ha il nome, tuttavia si specifica che la loro lingua era fenicia e abitavano vicino ad una palude sui monti Solimi. Poi vengono descritte delle caratteristiche fisiche, i capelli rasati in cerchio e sopra i capi delle teste di cavalli.
Secondo Erodoto sono gli Etiopi d’Asia, diversi dagli Etiopi che abitano oltre l’Egitto e che sono presenti anch’essi nell’esercito, per lingua e capigliatura: hanno infatti i capelli lisci, mentre quelli che abitano oltre l’Egitto hanno i capelli crespi. Portavano sul capo pelli della fronte di cavalli, con orecchie e criniera: le orecchie stavano dritte e rigide, la criniera serviva da cimiero. Per difesa, invece di scudi, usavano pelli di gru. La struttura di questo catalogo seguiva probabilmente il modello omerico. Non possiamo tuttavia scorgere dai pochi frammenti che ordine seguiva la rassegna, se aveva un’introduzione, un’invocazione alle Muse o un verso conclusivo. Tuttavia gli elementi sono quelli tipici dei cataloghi di schiere: nome del popolo, provenienza geografica, alcune caratteristiche; probabilmente, anche se questa è una mera ipotesi, vi erano anche i nomi dei comandanti nei frammenti andati perduti.
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