Chi è gonfio di se non è felice - Studentville

Chi è gonfio di se non è felice

Cum olim Gyges, rex Lydiae magnus, armis et divitiis inflatus, Delphos venit ut Apollinem interrogaret quisnam se esset felicior (chi fosse più felice di lui), deus ex abdito sacrarii specu, vocem mittens, Aglaum Psophidium Lydiae regi anteposuit. Aglaus pauper Acras erat, sed, iam aetate confectus, e agelli sui finibus numquam excesserat, parvuli ruris fructibus contentus. Verum (avv.) profecto beatae vitae finem, non arculi obscuritate adumbratum, Apollo statim ostendit. Sic igitur respondit deus regi insolenter fulgorem fortunae predicanti: “Tugurium probo securum atque laetum, non tristem curis et sollicitudinibus aulam; probo paucas glebas, non Lydiae arva metu referta; nec arma nec equitatus, impensis voracibus onerosus, sed pauci boves et equi, domini praeceptis parentes, magno usui sunt hominibus ut quieti vivant, uxori liberisque provideant!” Ita Gyges, dum deum habere astipulatorem vanae opinionis concupiscit, veram, solidam et sinceram felicitatem didicit.

Versione tradotta

Quando una volta Gige, grande re della lidia, pieno di armi e ricchezze venne a Delfi per interrogare l'oracolo di Apollo su chi fosse più felice di lui, il dio dalla strettoia dello specchio sacrario, parlando, antepose Aglao Psofidio al re della lidia. Il povero Aglao era di Acras (cercalo) ma, raggiunta l'età, non uscì mai dai confini del suo campicello, felice per i frutti del suo piccolo campo. In vero Apollo subito mostrò come quello fosse arrivato alla fine della vita beata non adombrato dall'oscurità del (arculi). Così subito rispose il dio al re che rivendicava insolentemente lo splendore della ricchezza: Approvo la capanna sicura e lieta, e non la casa triste per gli affanni e le preoccupazioni, approvo la poca terra non i campi che portano terrore alla lidia; nè le armi o la cavalleria, oneroso di spese voraci, ma pochi buoi e cavalli, i sacrifici sono di grande utilità agli uomini che vivono tranquilli, che provvedono alla moglie e ai figli! Così Gige, mentre desiderava avere il dio come giudice della vana opinione apprese la vera, solida e sincera felicità.

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