Chi erano gli interventisti e i neutralisti alla vigilia della prima guerra mondiale
A favore dell’intervento si erano schierati innanzitutto i nazionalisti, che volevano approfittare della guerra per dare voce alle loro pretese imperialiste; per motivazioni opposte, anche alcuni gruppi dell’estrema sinistra si erano schierati a favore dell’intervento, considerando la guerra uno strumento per rovesciare gli assetti internazionali e gli equilibri sociali all’interno dei singoli stati; sul fronte conservatore, si registrò una posizione più prudente, espressa dalla linea tenuta dal presidente del consiglio Salandra e dal ministro degli esteri Sonnino, i quali ritenevano che rimanere neutrali avrebbe indebolito il prestigio dell’Italia all’estero. Sul fronte opposto invece si ritrovarono i seguaci di Giolitti, il quale riteneva che una politica neutrale avrebbe permesso all’Italia di ottenere dall’Austria le terre irredente; i cattolici sposarono la linea del pacifismo, dettata da Benedetto XV; vi erano infine i socialisti che, con l’eccezione di Mussolini, che si schierò per l’intervento, dichiararono la loro ferma opposizione all’entrata in guerra. Sebbene minoritaria, lo schieramento interventista era molto più compatto e riuscì a far presa tra l’opinione pubblica borghese.
- Tesine