Mentiuntur qui sibi obstare ad studia liberalia turbam negotiorum videri volunt: simulant occupationes et
augent et ipsi se occupant. Vaco, Lucili, vaco et uhicumque sum, ibi meus sum. Rebus enim me non trado, sed commodo, nec
consector perdendi temporis causas: et quocumque constiti loco, ibi cogitationes meas tracto et aliquid in animo salutare
converso. Cum me amicis dedi, non tamen mihi abduco nec cum illis moror, quibus me tempus aliquod congregavit aut causa ex
officio nata civi, sed cuim optimo quoque sum: ad illos, in quocumque saeculo fuerunt, animum meum mitto. Demetrium, virorum
optimum, mecum circumfero et telictis conchyliatis cum illo seminudo loquor, illum admiror. Quidni admirer? vidi nihil ei
deesse. Contemnere aliquis omnia potest, omnia habere nemo potest: brevissima ad divitias per contemptum divitiarum via est.
Demetrius autem noster sic vivit, non tamquam còntempserit omnia, sed tamquam aliis habenda permiserit.
Versione tradotta
Mentiscono quelli che
vogliono far credere che il cumulo degli affari li distolga dagli studi liberali:
simulano (di avere) occupazioni e le
ingigantiscono e (così) da se stessi si rendono occupati. Io sono libero, o Lucilio, sono libero e ovunque io sia, sono
padrone di me stesso. Difatti non mi do in balìa, ma mi do in prestito (alle situazioni), nè vado cercando le occasioni per
sprecare tempo; e dovunque mi capiti di indugiare, riprendo i miei pensieri e considero nella mente qualcosa di utile. Quando
sto con gli amici, resto però sempre presente a me stesso, nè mi intrattengo a lungo con quelli, ai quali mi unì solo una
circostanza occasionale o una necessità sorta da un dovere civico, ma sono con me i pensatori più illustri: ad essi, in
qualunque età vissero, io rivolgo la mia mente. Demetrio, il migliore degli uomini, mi porto in giro con me (nella mente), ed
io, trascurati i porporati, parlo con quel seminudo, e lo ammiro. Perché non dovrei ammirarlo? Mi accorsi che nulla gli manca.
Qualcuno può disprezzare tutto, ma nessuno può avere tutto: la via più breve alle ricchezze è quella del disprezzo delle
ricchezze. Il nostro Demetrio poi vive non come se abbia disprezzato ogni cosa, ma come se abbia permesso ad altri di
possederle.
- Letteratura Latina
- Versioni di Catone
- Seneca