Cicerone attacca Catilina in Senato - Studentville

Cicerone attacca Catilina in Senato

Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra? Patere tua consilia non sentis? Patefactam (esse) coniurationem tuam non vides? Quae cum ita sint, Catilina, exi ex urbe; libera rem publicam metu, in exilium abi! Quid est? Ecquid attendis? Dico te priore nocte adiisse M. Laecae domum, ubi convenerant complures eiusdem sceleris socios. Num negare audes? Quid taces? Argumenta afferam,si negas. Video enim esse hic, in ipso senatu, quosdam qui tecum illa nocte fuerunt. O di immortales, ubi sumus? quam rem publicam habemus? in qua urbe vivimus? Hic, patres conscripti, hic, in senatorum numero, in hoc sanctissimo gravissimoque consilio, sunt qui de omnium nostrum interitu, qui de huius urbis exitio cogitent. Quam ob rem, patres, vigilate; vos autem, Quirites, deos implorate ut hanc urbem, quam pulcherrimam, florentissimam potentissimaque esse voluerunt, a Catilina eiusque sociis defendant. Utrum, enim, liberi esse mavultis, an servi Catilinae fieri?

Versione tradotta

Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Forse che non ti accorgi che i tuoi progetti sono svelati? Forse non vedi che la tua congiura è stata scoperta? Stando così le cose, Catilina, esci dalla città; libera lo Stato dalla paura, vai in esilio! Che c'è? Cos'altro aspetti? Dico che tu, la scorsa notte, ti sei recato a casa di Marco Leca, dove erano convenuti molti alleati dello stesso misfatto. Forse osi negarlo? Perché taci? Porterò le prove, se neghi. Vedo infatti che sono qui, nello stesso senato, coloro che furono con te quella notte. O dèi immortali, dove siamo? che Stato abbiamo? in quale città viviamo? Qui, padri coscritti, qui, nel numero dei senatori, in questa assai sacra e seria assemblea, ci sono coloro che pensano alla rovina di tutti noi, alla distruzione della città. Perciò, padri, vigilate; voi invece, Quiriti, implorate gli dei che difendano da Catilina e i suoi alleati questa città, che vollero fosse la più bella, fiorente e potente. Dunque preferite essere liberi o diventare servi di Catilina?

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