Cicerone scrive ad un amico - Studentville

Cicerone scrive ad un amico

Terentia tibi et saepe et maximas agit gratias: id est mihi gratissimum. Ego vivo miserrimus et maximo dolore conficior. Ad te quid scribam, nescio. Si enim es Romae, iam me adsequi non potes; sin es in via, cum eris me adsecutus, coram agemus, quae sunt agenda. Tantum te oro, ut, quoniam me ipsum semper amasti, ut eodem amore sis. Ego enim idem sum. Inimici mei mea mihi, non me ipsum ademerunt. Cura, ut valeas. Data VIII Idus April Thuriis.

Versione tradotta

Terenzia spesso ti ringrazia moltissimo: ciò mi è molto gradito. Io vivo molto infelice e verso nel massimo dolore. Perché ti scrivo, non lo so. Se infatti sei a Roma, non puoi più raggiungermi; se sei in viaggio, quando mi avrai raggiunto, insieme faremo quello che bisogna fare. Ti chiedo soltanto, poiché mi hai sempre amato, di essermi ancora affezionato. Io infatti sono lo stesso. I miei nemici mi hanno sottratto i beni, ma non me stesso. Stammi bene. Turii, 6 aprile.

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