Cimone, Paragrafo 4 - Studentville

Cimone, Paragrafo 4

Hunc Athenienses non solum in bello, sed

etiam in pace diu desideraverunt. Fuit enim tanta liberalitate, cum compluribus locis praedia hortosque haberet, ut numquam in

eis custodem imposuerit fructus servandi gratia, ne quis impediretur, quominus eius rebus, quibus quisque vellet, frueretur.

Semper eum pedissequi cum nummis sunt secuti ut, si quis opis eius indigeret, haberet, quod statim daret, ne differendo

videretur negare. Saepe, cum aliquem offensum fortuna videret minus bene vestitum, suum amiculum dedit. Cotidie sic cena ei

coquebatur, ut, quos invocatos vidisset in foro, omnis devocaret; quod facere nullo die praetermittebat. Nulli fides eius,

nulli opera, nulli res familiaris defuit; multos locupletavit; complures pauperes mortuos, qui unde efferrentur, non

reliquissent, suo sumptu extulit. Sic se gerendo, minime est mirandum, si et vita eius fuit secura et mors acerba.

Versione tradotta

Gli Ateniesi non solo desideravano questo in guerra, ma anche

largamente in pace. Fu infatti di tanta generosità che, avendo avuto in parecchi luoghi proprietà e orti, non mise mai in essi

un guardiano per custodire i frutti, affinché a nessuno fosse impedito di godere dei suoi beni che ciascuno desiderasse. Gli

accompagnatori lo seguirono sempre con monete, affinché, se qualcuno mancasse del suo aiuto, avrebbe avuto qualcosa da dargli

subito, per non sembrare che, rimandando, negasse. Spesso vedendo qualcuno vestito meno bene, diede il suo mantello. Ogni

giorno la cena veniva preparata così che invitasse tutti quelli che avesse visto in piazza non invitati, cosa che non

tralasciava di fare mai. A nessuno mancò la sua stima, a nessuno l’ aiuto, a nessuno il patrimonio. Arricchì molti, parecchi,

morti poveri, tanto da non aver lasciato di che essere seppelliti, li fece seppellire a sue spese. Comportandosi) così, non ci

si deve affatto meravigliare se la sua vita fu serena e la sua morte dolorosa.

  • Letteratura Latina
  • Liber de excellentibus gentium (Cimon) di Cornelio Nepote
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