Cambiano le motivazioni: prima si colonizzava per avere materie prime e per far emigrare e lavorare la popolazione in eccesso; ora invece, oltre a questi motivi si aggiungono la creazione di nuovi mercati ove collocare le merci nazionali, la tutela degli investimenti con gli eserciti e l'ideologia di potenza.
Prima della nuova fase del colonialismo si intrapresero missioni esplorative in Africa, finanziate dai governi interessati ai territori (Livingstone, Stanley individuarono la sorgenti del Nilo, ecc…).
Ben presto agli scopi scientifici e umanitari si contrapposero quelli politici e militari.
Gran Bretagna: si impossessa dell'Egitto, della Somalia e della Nigeria. Tenta, ma non riesce, di occupare il Sudan.
Francia: occupa Tunisia (per accordi di Berlino), gran parte del Congo, Madagascar.
Germania: conquista il Camerun, il Togo e il sud-ovest dell'Africa.
Nel 1885 Bismark convoca una conferenza sulla situazione africana e in particolare della parte restante del Congo. Il Congo fu dichiarato stato libero, ma la sovranità apparteneva a Leopoldo II del Belgio.
Tra il 1894-1895 si ebbe una ripresa del colonialismo di Francia e Inghilterra. Le loro mire espansionistiche finirono però per scontrarsi in Sudan, a Feshoda. Entrambe preferirono non combattere, per non avvantaggiare la Germania; i francesi si ritirarono ma nacque tra le due potenze un rapporto di distensione.
In Asia la situazione fu la seguente:
– Francia: occupa l'Indocina.
– Inghilterra: la Birmania, la Persia e il Turkistan, sui quali c'era l'attenzione della Russia.
Rimaneva insoluto il problema della Cina, nazione debole ma ancora autonoma.
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