T. Pomponius Atticus, ab origine ultima stirpis Romanae generatus, perpetuo a maioribus acceptam equestrem obtinuit dignitatem. Habebat avunculum Q. Caecilium, equitem Romanum, familiarem L. Luculli, divitem, difficillima natura: cuius sic asperitatem veritus est, ut huius sine offensione ad summam senectutem retinuerit benevolentiam. Hoc facto tulit pietatis fructum. Caecilius enim moriens, testamento adoptavit eum heredemque fecit ex dodrante: ex hac hereditate accepit circiter centiens sestertium. Erat nupta soror Attici Q.Tullio Ciceroni, easque nuptias M.Cicero conciliaverat, cum quo a condiscipulatu vivebat coniunctissime, multo etiam familiarius quam cum Quinto. Utebatur autem intime Q. Hortensio, qui iis temporibus principatum eloquentiae tenebat, ut intellegi non posset, uter eum plus diligeret, Cicero an Hortensius.
Versione tradotta
Tito Pomponio Attico, discendente da un'antichissima famiglia romana, mantenne sempre la dignità equestre ereditata dagli antenati. Aveva come zio materno Q. Cecilio, cavaliere romano, amico di L. Lucullo, uomo ricco, ma di carattere piuttosto scontroso: ebbe tanto rispetto per il suo carattere rude che riuscì a conservarsi fino all'estrema vecchiaia la sua benevolenza senza alcun contrasto, mentre nessuno riusciva a sopportarlo. Per tale motivo raccolse il frutto della sua benevolenza. Cecilio, infatti, in punto di morte lo adottò nel testamento e lo nominò erede di tre quarti della sua fortuna: da tale eredità ricevette circa dieci milioni di sesterzi. La sorella di Attico aveva sposato Q. Tullio Cicerone e tale matrimonio lo aveva assecondato M. Cicerone, del quale era profondamente amico fin da quando avevano studiato insieme; molto più amico che di Quinto. Inoltre era grande amico di Q. Ortensio, che in quel periodo aveva il primato dell'eloquenza, sì che non si poteva capire chi dei due lo amasse di più, se Cicerone o Ortensio.
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