Secondo Schopenhauer la vita è sostanzialmente dolore al di là di qualsiasi ingannevole apparenza. L'unica risposta al dolore del mondo è la liberazione dalla stessa volontà di vivere che si articola in tre momenti: l'arte, la morale e l'ascesi. L'arte intesa come contemplazione disinteressata delle idee, cioè delle forme pure delle cose, è catartica in quanto l'uomo, contemplando le idee, diviene da individuo naturale sottoposto ai bisogni e desideri della volontà, un puro soggetto conoscitivo elevato al di sopra della volontà e del dolore. La morale, come impegno a favore del prossimo, tenta di superare l'egoismo e la lotta perenne tra gli individui e si concretizza nelle virtù di giustizia, carità e pietà. La contemplazione estetica e la morale però hanno una funzione liberatrice parziale e temporanea. La totale liberazione dalla volontà di vivere si ha con l'ascesi: l'individuo cessa di volere la vita, il desiderio di godere e il volere stesso astenendosi dal piacere attraverso la castità e l'umiltà. Entrando in uno stato di grazia l'estasi si conclude con il Nirvana, con l'esperienza cioè del nulla, della negazione del mondo stesso e della nozione di io.
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