Composizione e ideali democratici della Costituzione Italiana
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“La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere” (Piero Calamandrei).
La Costituzione italiana è formata dall’insieme di regole che riguardano l’organizzazione e il funzionamento della nostra società, e dalle leggi che riguardano i diritti e i doveri dei cittadini.
Essa fu redatta nel 1946 dall’Assemblea costituente, i cui componenti furono eletti durante il referendum del 2 giugno. L’elezione riguardava in particolare la forma dello stato italiano, e gli italiani scelsero la repubblica. Dopo aver scelto come capo dello stato Enrico De Nicola, l’Assemblea si riunì e designò settantacinque membri incaricati di procedere col progetto della Costituzione. Nel 1947 il progetto venne grandemente approvato, e la Costituzione entrò in vigore a gennaio del 1948. La redazione avvenne in pieno clima democratico, effettuata da rappresentanti del popolo eletti dagli stessi cittadini, e non fu, come successe nel 1848 da parte di Carlo Alberto, una concessione del re ai suoi sudditi.
Per quanto riguarda la forma, la nostra Costituzione è stata pensata con delle caratteristiche ben precise. Le norme sono scritte, in modo da essere trovate e applicate facilmente e con una certa velocità. La sua composizione è lunga, al contrario delle costituzioni precedenti, perché comprende tutte le regole relative a tutti gli aspetti della vita pubblica. Possiede una certa rigidità, nel senso che i suoi articoli sono superiori a tutte le altre leggi ordinarie, le quali, se entrano in contrasto con la Costituzione, diventano illegittime e la Corte costituzionale deve dichiararne l’invalidità. Il suo testo è convenzionale, una sorta di compromesso tra le diverse fazioni politiche che hanno ideologie diverse tra di loro. La Costituzione è anche programmatica, ovvero non è rivolta solo al presente, ma i suoi principi sono rivolti anche alle azioni future della nostra comunità.
La Costituzione inoltre stabilisce le peculiarità e la struttura della nostra nazione, attraverso definizioni ben precise. Lo stato italiano è repubblicano, e il capo dello stato non ha carica ereditaria, ma viene scelto dai rappresentanti dei cittadini, i componenti del Parlamento. Esiste anche un limite alla forma costituzionale, che non può essere revisionata, e se si dovesse decidere di cambiare la forma di governo si dovrebbe ricorrere a un procedimento extralegale. La nazione italiana si fonda sulla democrazia, sul governo del popolo attraverso il suo rappresentante, il Parlamento, eletto attraverso il suffragio universale. Il popolo decide inoltre alcune importanti questioni della repubblica attraverso i referendum. L’Italia è fondata sul lavoro, e tutti i cittadini hanno il diritto di svolgere l’occupazione che preferiscono, in modo da contribuire al progresso spirituale e materiale di tutto il Paese. Lo stato inoltre è interventista, e anche se riconosce la proprietà privata, spesso può intervenire nei diversi settori economici per innalzare il benessere della comunità, attraverso la programmazione economica o la riforma agraria. Lo stato italiano è parlamentare, perché il Parlamento è l’organo principale rappresentativo della società,ed ha un posizione centrale nel sistema costituzionale. Infatti il Governo deve necessariamente avere l’approvazione delle due Camere. Il nostro Paese è decentrato, e l’amministrazione delle varie parti della nazione viene delegata a enti periferici o locali, precisamente alle Regioni, affiancate dalle Province e dai Comuni. La nostra repubblica è non confessionale, non prevede una religione unica approvata dallo stato. Ognuno è libero di professare il proprio credo, divulgarlo, ed esercitare il culto sia in pubblico che in privato. Inoltre ognuno è libero di essere ateo e non appartenere dunque a nessun credo religioso.
L’organizzazione della Costituzione è un argomento delicato, perché ormai da anni il Parlamento, che in teoria è l’organo centrale del sistema, si è ridotto alla semplice funzione di conferire forma legislativa ad alcune scelte politiche, a volte anche adottate da organi esterni. Il Parlamento è stato declassato dai partiti politici, che fuoriescono dalle loro funzioni originarie, e ormai sono i veri propulsori degli apparati amministrativi e politici della nazione.
Inoltre, il decentramento è stato attuato parecchi anni dopo la redazione della Costituzione, nel 1972, quando sono state create le Regioni a livello amministrativo. Alcuni diritti sociali, come per esempio la pari dignità sociale, l’uguaglianza tra tutti i cittadini, il diritto e la libertà di lavoro, non sono stati attuati completamente. Infatti, la disoccupazione è un fenomeno dilagante in tutte le regioni d’Italia, insieme allo squilibrio economico e sociale. Nonostante alcuni lati negativi, la Costituzione italiana è valida da ormai diversi decenni, e possiede una credibilità e solidità relative anche alle diverse sfaccettature politiche e istituzionali dell’Italia degli ultimi anni.
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