Neptunus et Aegaeus Pandionis filius in fano Minervae cum Aethra, Pithei filia, una nocte concubuerunt. Neptunus quod ex ea natum esset Aegeo concessit. Is autem, postquam a Troezene Athenas redibat, ensem suum sub lapide posuit et praecepit Aethrae ut tunc eum ad se mitteret cum posset eum lapidem adlevare et gladium patris tollere; ibi fore indicium cognitionis filii. Itaque postea Aethra peperit Theseum; qui ad puberem aetatem cum pervenisset, mater praecepta Aegei indicat ei lapidemque ostendit ut ensem tolleret et iubet eum Athenas ad Aegeum proficisci eosque qui itineri infestabantur omnes occidit. Corynetem, Neptuni filium, armis occidit et Pityocamptem qui gradientes cogebat et secum arborem pinum ad terram flecterent. Quam qui cum eo prenderat, ille eam viribus missam faciebat; ita ad terram graviter elidebatur et periebat. Procrustem Neptuni filium interfecit: ad hunc hospes cum venisset, si longior esset, minori lecto proposito, reliquam corporis partem praecidebat; sin autem brevior statura erat, lecto longiori dato, incudibus suppositis extendebat eum usque dum lecti longitudinem aequaret. Scironem, qui ad mare loco quodam praerupto sedebat et, qui iter gradiebatur, cogebat eum sibi pedes lavare, et ita in mare praecipitabat, hunc Theseus pari leto in mare deiecit, ex quo Scironis petrae sunt dictae.
Versione tradotta
Nettuno e Egeo figlio di Pandione nel tempio di Minerva con Etra, figlia di Pitteo, giacquero insieme una notte. Nettuno concesse ad Egeo quello che era nato da quella. Quello tuttavia, dopo che tornava da Trezene ad Atene, pose sotto una pietria il suo scudo e chiese ad Etra che quello fosse mandato da lui potendo sollevare quelle pietra e sollevare la spada del padre, qui sarebbe avvenuto il giudizio della conoscenza del figlio. E così dopo Etra generò Teseo, che essendo giunto all'età puerile, la madre gli indica i precetti di Egeo e gli mostra la pietra affinchè la sollevasse lo scudo e gli ordina di partire ad Atene da Egeo e di uccidere tutti quelli che ostacolavano il tragitto. Uccise con le armi Corinete, figlio di Nettuno e Pitocompe (cerca i nomi) che straziava i passanti a flettere l'albero di pino. Tutto quello che aveva preso con lui, quello la rendeva sottomessa alle forze, così gravemente era gettata a terra e moriva. Uccise Procuste figlio di Nettuno: qualunque ospite venisse da quello, se era più alto, messo un letto piccolo, gli recideva la restante parte del corpo, se invece era più basso di statura, dato un letto più lungo, estendeva con incudini specifiche quello fino a raggiungere la lunghezza del letto. Getta in mare Scirone, che chiunque sedeva in un luogo (praerupto) del mare, che era impedito il viaggio, lo costringeva a sollevare a lui i piedi, e così lo gettava in mare, con pari metodo Teseo gettò a mare questo da cui sono chiamati gli scogli di Scirone.
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