Contro gli arcaismi - Studentville

Contro gli arcaismi

Favorinus philosophus adulescenti veterum verborum cupidissimo et plerasque voces nimis priscas et ignotas in cotidianis communibusque sermonibus expromenti: “Curius” inquit “et Fabricius et Coruncanius, antiquissimi viri, et his antiquiores Horatii illi trigemini plane ac dilucide cum suis fabulati sunt neque Auruncorum aut Sicanorum aut Pelasgorum, qui primi coluisse Italiam dicuntur, sed aetatis suae verbis locuti sunt; tu autem, proinde quasi cum matre Evandri nunc loquare, sermone abhinc multis annis iam desito uteris, quod scire atque intellegere neminem vis, quae dicas. Nonne, homo inepte, ut, quod vis, abunde consequaris, taces? Sed antiquitatem tibi placere ais, quod honesta et bona et sobria et modesta sit. Vive ergo moribus praeteritis, loquere verbis praesentibus atque id, quod a C. Caesare, excellentis ingenii ac prudentiae viro, in primo de analogia libro scriptum est, habe semper in memoria atque in pectore, ut “tamquam scopulum, sic fugias inauditum atque insolens verbum”.

Versione tradotta

Il filosofo Favorino ad un giovane, grande amatore del linguaggio antico e che nel parlar quotidiano e familiare buttava là ad ogni istante vocaboli assai antichi e del tutto sconosciuti, disse: "Curio, Fabrizio e Coruncaio, uomini antichissimi, e, più antichi di loro, i famosi tre fratelli Orazi, parlavano con i loro contemporanei in termini chiari e intelligibili; né usavano il linguaggio degli Aurunci, dei Sicani, o dei Pelasgi, che si dice abbiano per primi abitato l'Italia, ma il linguaggio dei propri giorni. Tu ora, come se parlazzi con la madre di Evandro, adoperi vocaboli caduti in desuetudine da gran tempo, senza dubbio perché nessuno afferri e comprenda ciò che dici. Perché mai, giovane dissennato, per raggiungere pienamente tale scopo, non taci? Tu mi dici che prediligi i tempi antichi per la loro virtù, l'onestà, la temperanza, la modestia. Vivi allora secondo i costumi di un tempo, ma parla con la lingua d'oggi e, secondo quanto dice nel I libro di Sull'analogia Caio Cesare, che fu uomo di spirito e saggezza tanto superiori: "Imprimiti bene nella mente e nell'animo che le espressioni strane e inusitate devono essere evitate come uno scoglio".

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