Ibitis
Aegaeas sine me, Messalla, per undas,
o utinam memores ipse cohorsque mei!
Me tenet ignotis aegrum Phaeacia
terris:
abstineas avidas, Mors, modo, nigra, manus;
abstineas, Mors atra, precor: non hic mihi mater
quae legat in
maestos ossa perusta sinus,
non soror, Assyrios cineri quae dedat odores
et fleat effusis ante sepulcra comis,
Delia
non usquam, quae, me cum mitteret urbe,
dicitur ante omnes consuluisse deos;
illa sacras pueri sortes ter sustulit:
illi
rettulit e trinis omina certa puer;
cuncta dabant reditus; tamen est deterrita numquam
quin fleret nostras
respiceretque vias.
Ipse ego solator, cum iam mandata dedissem,
quaerebam tardas anxius usque moras;
aut ego sum
causatus aves aut omina dira
Saturnive sacram me tenuisse diem.
O quotiens ingressus iter mihi tristia dixi
Offensum
in porta signa dedisse pedem!
Audeat invito ne quis discedere Amore,
aut sciat egressum se prohibente deo.
Versione tradotta
Andrete attraverso le onde dell'Egeo senza di me, o Messalla;
almeno ricordatevi tu e la coorte di me! La Feacia mi trattiene, malato, in terre sconosciute: o nera Morte, tieni ora lontane
le avide mani; tienile lontane, fosca Morte, ti prego: non ho qui la madre che raccolga le ossa bruciate nel mesto grembo; non
ho la sorella, che sparga sulla cenere profumi Assiri e pianga davanti al sepolcro con i capelli sciolti; Delia non è da
nessuna parte, la quale prima di lasciarmi partire da Roma si dice abbia consultato tutti gli dei; tre volte ella trasse le
sacre tavolette del fanciullo: a lei da tutte e tre il fanciullo diede responsi sicuri; tutte davano il ritorno; tuttavia mai
fui dissuasa dal piangere e dal pensare con ansia il mio viaggio. Io stesso, consolandola, quando avevo già dato gli ordini,
ansioso cercavo continuamente motivi di rinvio; adducevo o gli auspici o i responsi sfavorevoli o che mi tratteneva il giorno
sacro a Saturno. O quante volte, intrapreso il viaggio, dissi che il piede colpendo nella porta mi aveva dato un presagio
sfavorevole! Nessuno osi allontanarsi da Amore che non vuole, o sappia che è partito con il divieto del dio.
- Letteratura Latina
- Corpus Tibullianum di Tibullo
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