Versione tradotta del Corpus Tibullianum, I, 3, VV. 85-94
Haec tibi fabellas
referat positaque lucerna
deducat plena stamina longa colu;
at circa gravibus pensis adfixa puella
paulatim somno
fessa remittat opus.
Tunc veniam subito, nec quisquam nuntiet ante,
sed videar caelo missus adesse tibi;
tunc mihi,
qualis eris longos turbata capillos,
obvia nudato, Delia, curre pede.
Hoc precor, hunc illum nobis Aurora
nitentem
Luciferum roseis candida portet equis.
Versione tradotta
Ti racconti le fiabe e, alla luce
della lucerna, tragga lunghi fili dalla conocchia piena; e lì vicino l’ancella, intenta al faticoso pennecchio, a poco a
poco, vinta dal sonno, lasci cadere il lavoro. Allora vorrei arrivare all’improvviso, e che nessuno ti avverta, ma che io ti
appaia come inviato dal cielo. Allora, o Delia, così come sarai, con i lunghi capelli in disordine, corrimi incontro a piedi
nudi. Questo io chiedo, che quel giorno splendente ci porti la candida Aurora coi suoi rosei cavalli.
- Letteratura Latina
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