Il concetto di alienazione secondo Marx
Karl Marx delinea il concetto di alienazione rifacendosi a Feuerbach il quale aveva identificato tale concetto con l’uomo religioso, l’uomo scisso, ossia sottomesso ad una potenza esterna da lui stesso posta che lo estranea dalla propria realtà.
Così, M intende per alienazione la situazione storica dell’operaio inserito nella società capitalistica a causa della proprietà privata. La scissione di tale individuo è riferita a ben quattro aspetti.
Il lavoratore secondo Marx
Il lavoratore è alienato rispetto al prodotto della sua attività in quanto egli produce un oggetto che non gli appartiene e rispetto alla sua stessa attività che ha la forma di un lavoro costrittivo in cui egli è solo uno strumento di fini estranei.
Inoltre il lavoratore è alienato rispetto al suo stesso genere umano perché gli viene impedita l’unica condizione in grado di innalzarlo sugli animali, cioè quella di un lavoro libero e creativo, ed infine rispetto al prossimo perché il rapporto negativo con il capitalista lo porta ad avere un rapporto conflittuale con l’umanità in genere. La dis-alienazione può avvenire secondo il filosofo solo con il superamento della proprietà privata e con l’avvento del comunismo.
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