COSMATI E VASSALLETTO. Come in Europa la diffusione del linguaggio romanico avviene lungo le principali vie di comunicazione e di pellegrinaggio, ugualmente anche in Italia i modi lombardi valicano l’Appennino lungo le strade che portano a Roma o che costeggiano l’Adriatico. Allo stesso tempo si affermano e si diffondono le maestranze locali come i Cosmati e i Vassalletto di origine laziale, ma il cui stile è d’ispirazione classica e orientaleggiante. Le loro botteghe sono attive a partire dal XIII secolo e impostano un modello di decorazione che verrà poi ripreso sino al XIII secolo avanzato.
I COSMATI. I cosmati denominazione convenzionale usata per alcune famiglie di marmorari attivi a Roma e nel Lazio, fra l’inizio del sec. XII e la fine del XIII, come decoratori e architetti. Le loro opere tra le manifestazioni più significative del medioevo italiano, sono caratterizzate da un sistema ornamentale che impiega tasselli di marmi bianchi colorati, pietre dure e, in un secondo tempo, tessere a pasta vitrea e oro, a formare minuziosi disegni geometrici idonei alla decorazione di elementi architettonici e suppellettili di edifici religiosi. Il loro gusto policromo si rifà a una tradizione che affonda nei secoli dell’alto medioevo e fino alla prima arte cristiana, mentre il loro repertorio (fasce, dischi, riquadri) presenta analogie più strette con modi bizantini e orientali, pur interpretati con una tecnica e una misura che appaiono piuttosto di lontana origine classica. La decorazione di numerose chiese romane (San Clemente, Santa Maria in Trastevere, Santa Maria in Cosmedin) attesta che nei primi decenni del secolo XII il repertorio cosmatesco aveva raggiunto una completa maturazione e stabilità, che manterrà sino alla fine del secolo XIII, modificandosi poi a contatto con schemi gotici.
Nel Lazio, i Cosmati operarono a Ponzano Romano, Tarquinia, Subiaco, e a Civita Castellana dove Jacopo di Lorenzo e suo figlio Cosma lasciarono un capolavoro di classico equilibrio nella facciata del Duomo (1210). Cosma, con i figli Luca e Jacopo, fu inoltre attivo ad Anagni e completò il chiostro di Santa Scolastica a Subiaco. A un altro nucleo familiare appartennero i fratelli Giovanni (cui è attribuita la tomba del cardinale Matteo d’Acquasparta, Roma, Santa Maria in Aracoeli, nel 1302 ca.) e Deodato, autore del ciborio di Santa Maria in Cosmedin a Roma.
I VASSALETTO. I Vassalletto (attivi a Roma, nei secoli XII – XIII) furono anche essi una famiglia di scultori e marmorari. Rientrano stilisticamente nell’ambito dei Cosmati, ma con una più viva sensibilità cromatica e una più spiccata abilità nell’intaglio. Il capostipite fu Basiletto, documentato nel 1130, cui si deve probabilmente un leone assai consunto nella chiesa dei Santi Apostoli a Roma. Suo figlio Pietro collaborò con Nicola di Angelo nella realizzazione di un candelabro pasquale per la chiesa di San Paolo fuori le mura (1200 ca.), il cui chiostro, cominciato agli inizi del secolo XII e terminato prima del 1214, è pure opera dei Vassalletto.
- Autentico capolavoro di equilibrio compositivo è il chiostro di San Giovanni in Laterano, compiuto nel 1236. La ricchissima decorazione a mosaico e intarsio, che impreziosisce anche le eleganti colonnine binate lisce o variamente attorcigliate, movimenta e ravviva l’intero complesso, rivelando, oltre a reminiscenze bizantine, anche influssi meridionali nella densa policromia resa vibrante anche dalla luce.
- Storia dell'arte