Orator imitetur illum, cui sine dubio summa vis dicendi conceditur, Atheniensem Demosthenem, in quo tantum studium fuisse tantusque labor dicitur, ut impedimenta naturae diligentia industriaque superaret; cumque ita balbus esset ut eius ipsius artis, cui studeret, primam litteram non posset dicere, tam perfecit meditando, ut nemo planius esse locutus putaretur. Deinde cum spiritus eius esset angustior, multum se exercendo in dicendo est assecutus. Qui etiam, ut memoriae proditum est, coniectis in os calculis, summa voce versus multos uno spiritu pro nuntiare consuescebat; neque id consistens in uno loco, sed inambulans atque ascensu ingrediens arduo.
Versione tradotta
Loratore imiti colui di cui si conosce sicuramente la massima potenza della parola, ossia lateniese Demostene, il quale si dice abbia avuto tanta passione e tanta fatica da superare gli ostacoli del suo carattere grazie alla costanza e allimpegno; sebbene fosse così balbuziente così da non potere nemmeno pronunciare la prima lettera persino di quella stessa professione che lo appassionava, fece sì attraverso un frequente esercizio che si credesse che nessuno avesse parlato in maniera troppo facile. Poiché infine il fiato gli veniva alquanto spesso a mancare, ottenne attraverso lesercizio molti risultati nel parlare. Anzi, come è stato tramandato, messi in bocca dei sassolini, a voce altissima era solito recitare molti versi respirando una volta sola; non si fermava in un solo posto, ma camminava e saliva su sentieri ardui.
- Letteratura Latina
- Maiorum Lingua C
- Versioni dai Libri di Esercizi