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La crisi politica italiana

La crisi politica italiana, Forza Italia e il Partito Democratico, la nuova legge elettorale e la crisi dei partiti.

La crisi della prima repubblica in Italia

La fine della rivalità USA-URSS travolse il sistema politico italiano e il primo effetto fu lo scioglimento del PCI e la nascita di un nuovo partito, il PDS (Partito Democratico della Sinistra), che rinunciava esplicitamente alla prospettiva di una rivoluzione comunista.  La fine del comunismo mise anche in crisi gli altri schieramenti, infatti tra il 1994 e il 1995, dalla DC nacquero varie formazioni politiche  il Partito Popolare e l’Unione dei Democratici Cristiani di Centro). Il colpo di grazia al sistema tradizionale dei partiti fu dato dall’inchiesta Mani pulite, che a partire dal 1992 squarciò il velo della corruzione politica. I giornali chiamarono “Tangentopoli” , accordi illegali fra politici e imprenditori. Questa situazione travolse la DC, PSI, PSDI, PLI, che scomparvero dalla politica. Essa fu la prima crisi della prima Repubblica.

Il referendum sulla legge elettorale

Il ruolo di contrastare il principale partito della sinistra venne assunto da un nuovo partito, Forza Italia, guidato dal leader Silvio Berlusconi, che in pochi mesi lo portò a una clamorosa affermazione nelle elezioni del 1994. Un’altra novità fu il successo delle Leghe, formazioni locali del Nord, che dal 1990 si unirono nella Lega Nord. In un referendum dell’aprile del 1993, oltre l’80% dei votanti chiese di modificare il sistema elettorale da proporzionale a maggioritario, così risulta eletto in tutti i collegi  il candidato che ha ottenuto più voti. Questa legge ha favorito il bipolarismo, cioè la formazione di due schieramenti alternativi, in competizione per il governo del Paese.

L’alternanza di  governo

Dal 1994 ci furono due schieramenti:

  • il centro destra con il Polo della libertà e del buon governo, ovvero Forza Italia e gli alleati
  • il centro sinistra, i Progressisti formato dal Partito democratico della Sinistra e dei suoi alleati

La vittoria andò al centro destra e Silvio Berlusconi formò il suo primo governo. Nel 1996 gli italiani andarono a votare e scelsero il candidato del centro sinistra, Romano Prodi, con il quale si riuscì a rispettare il trattato di Maastricht ed avere subito l’euro. Nel 2001, si ritornò al voto e gli italiani scelsero il centro destra, nel 2006 di nuovo a Romano Prodi e nel 2008 a Berlusconi.

Il bilancio di un ventennio

A partire dal 2008 anche l’Italia ha dovuto affrontare la grave crisi economica  e anche politica perché nel 2011 il governo Berlusconi si dovette dimettere e il presidente Napolitano decise di indire un governo d’urgenza con a capo Mario Monti. Con le elezioni del 2013 non è uscita nessuna maggioranza, ma ci fu un’inaspettata affermazione del Movimento Cinque Stelle. Venne formato un governo con a capo Enrico Letta, sostenuto dal PD, ma pochi mesi dopo Berlusconi venne condannato per evasione fiscale e abbandonò il suo seggio da senatore, provocando delle spaccature nel Popolo della Libertà, con a capo Angelino Alfano del Nuovo Centro Destra.

 

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