Circa Darei quadrigas iacebant nobiles duces, ante oculos regis interfecti; omnes proni, sicut procubuerant dimicantes. Iamque, Darei equi, confossi hastis et dolore efferati, iugum quatere et regem quadrigis excutere incipiebant. Dareus, ne vivus in hostium potestatem veniret, desiluit et in equum proximum ascendit; deinde imperii insignia indecore abiecit ne fugiens agnosceretur. Tum vero omnes milites, perterriti, arma iecerunt et iter intenderunt vel ad Persidem vel ad montium fauces occultas ut fuga salutem peterent; pauci ad Darei castra contenderunt. Sed iam castra ab hoste victore occupata erant; ingens auri argentique pondus a militibus direptum erat. Darei tabernaculum solum intactum ei omiserant ut ex more victor victi regis tabernacolo exciperetur.
Versione tradotta
Intorno alla quadriga di Dario giacevano i nobili condottieri, che erano stati uccisi dinanzi agli occhi del re; tutti inclinati, proprio come da combattenti erano stati stramazzati. Ed ormai, i cavalli di Dario, trafitti dalle lance inaspriti dal dolore, incominciavano ad agitare il giogo e a scuotere il re con la quadriga. Dario, per non giungere vivo in potere dei nemici, scese e salì su di un cavallo vicino; poi gettò indecorosamente le insegne dell'impero per non essere riconosciuto mentre fuggiva.
Allora in verità tutti i soldati, spaventati, gettarono le armi e indirizzarono la marcia o verso Perside o verso le gole nascoste dei monti per cercare la salvezza con la fuga; pochi si diressero verso l'accampamento di Dario. Ma ormai l'accampamento era stato presidiato dal nemico vincitore; un ingente peso d'oro e d'argento era stato saccheggiato dai soldati. Gli avevano lasciato intatto soltanto il tabernacolo di Dario per essere accolto secondo l'usanza in qualità di vincitore nel tabernacolo del re sconfitto.
- Letteratura Latina
- La Lingua delle Radici 1
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