Haec disserens, qua de re agatur, et in quo causa consistat, non videt. Non enim, si alii ad alia
propensiores sunt propter causas naturalis et antecedentis, idcirco etiam nostrarum voluntatum atque adpetitionum sunt causae
naturales et antecedentes. Nam nihil esset in nostra potestate, si ita se res haberet. Nunc vero fatemur, acuti hebetesne,
valentes inbecilline simus, non esse id in nobis. Qui autem ex eo cogi putat, ne ut sedeamus quidem aut ambulemus voluntatis
esse, is non videt, quae quamque rem res consequatur. Ut enim et ingeniosi et tardi ita nascantur antecedentibus causis itemque
valentes et inbecilli, non sequitur tamen, ut etiam sedere eos et ambulare et rem agere aliquam principalibus causis definitum
et constitutum sit.
Versione tradotta
Ragionando in questo modo, non
coglie la sostanza del problema e quale sia il motivo del dissenso. Infatti, se le diverse inclinazioni degli uomini sono
pro‑ dotte da cause naturali e antecedenti, non per questo vi sono cause naturali e antecedenti anche all'origine
delle nostre volontà e dei nostri desideri. Infatti se le cose stessero così, niente sarebbe più in nostro potere. Ora,
riconosciamo certamente che l'essere intelligenti o stupidi, forti o deboli, non dipende da noi. Ma chi per questo pensa di
dover ammettere che neppure sederci o camminare dipenda dalla nostra volontà, non capisce quali siano le cose legate dal
nesso di causalità.Se infatti gli uomini intelligenti o stupidi, forti o deboli nascono così per cause antecedenti. non ne
consegue tuttavia che sia ugualmente definito e stabilito da cause principali che essi stiano seduti o camminino o facciano
qualsiasi altra cosa.
- Letteratura Latina
- De Fato di Cicerone
- Cicerone