De Rerum Natura, I, 922-950 - Studentville

De Rerum Natura, I, 922-950

Versione tradotta del De Rerum Natura di Lucrezio: versi 922-950

Nunc age, quod super est,

cognosce et clarius audi.
nec me animi fallit quam sint obscura; sed acri
percussit thyrso laudis spes magna meum

cor
et simul incussit suavem mi in pectus amorem
Musarum, quo nunc instinctus mente vigenti
avia

Pieridum peragro loca nullius ante
trita solo. iuvat integros accedere fontis
atque haurire iuvatque novos decerpere

flores
insignemque meo capiti petere inde coronam,
unde prius nulli velarint tempora Musae;
primum

quod magnis doceo de rebus et artis
religionum animum nodis exsolvere pergo,
deinde quod obscura de re tam lucida

pango
carmina musaeo contingens cuncta lepore.
id quoque enim non ab nulla ratione videtur;
sed vel uti

pueris absinthia taetra medentes
cum dare conantur, prius oras pocula circum
contingunt mellis dulci flavoque

liquore,
ut puerorum aetas inprovida ludificetur
labrorum tenus, interea perpotet amarum
absinthi

laticem deceptaque non capiatur,
sed potius tali facto recreata valescat,
sic ego nunc, quoniam haec ratio plerumque

videtur
tristior esse quibus non est tractata, retroque
volgus abhorret ab hac, volui tibi suaviloquenti

carmine Pierio rationem exponere nostram
et quasi musaeo dulci contingere melle,
si tibi forte animum tali ratione

tenere
versibus in nostris possem, dum perspicis omnem
naturam rerum, qua constet compta figura.

Versione tradotta

Adesso resta che tu

conosca e che tu ascolti un canto più chiaro, né mi sfugge quanto queste cose siano oscure; ma una grande speranza di lode ha

colpito con l’acre tirso il mio cuore e insieme mi ha fatto nascere in petto l’amore delle muse, grazie al quale ora

esortato nella mente vigorosa seguo luoghi nuovi delle Pieridi non percorsi prima dall’;orma di nessuno. Mi piace

avvicinarmi a fonti integre e bere e mi piace cogliere nuovi fiori e trarre da lì una gloriosa corona per il mio capo come mai

prima le muse hanno velato le tempie di nessuno. Innanzitutto perché do insegnamenti importanti e continuo a sciogliere

l’animo dai nodi delle credenze religiose e poi perché da un argomento oscuro compongono luminosi versi toccando tutto con

il piacere della poesia. Anche ciò non ti appaia insensato; ma come il medico quando tenta di dare al bambino il disgustoso

assenzio prima spalma le coppe di dolce e biondo miele per ingannare l’ età ingenua dei fanciulli fino alle labbra e intanto

beva l’ amaro succo dell’ assenzio e non sia presa con l’inganno ma piuttosto perché in tal modo guarita stia meglio,

così io dunque, poiché questa dottrina filosofica appare per lo più dura per coloro a cui non è stata trattata e il popolo

arretra inorridito da questa, ho voluto esporre la nostra dottrina con i termini eloquenti e suadenti della poesia e quasi

cospargerla del dolce miele delle Muse. Se io potessi per caso trattenere il tuo animo in tale dottrina con i nostri versi

finché tu comprenda fino in fondo di quali elementi è composta la natura delle cose.

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