La seconda rivoluzione industriale abbraccia un periodo corrispondente agli ultimi trent'anni dell'Ottocento. L'intero comparto industriale conobbe, in questo trentennio, un'accelerazione senza eguali, reso possibile non solo dalle innovazioni tecnologiche che modificarono i macchinari utilizzati fino ad allora,ma anche dalla rivoluzione dell'acciaio, una lega formata da ferro e carbonio, che comportò notevoli cambiamenti nel mondo moderno. Le innovazioni più innovative della seconda rivoluzione industriale sono il petrolio, l'elettricità e la chimica.
Il petrolio consentì lo sviluppo dei motori a combustione interna, e di conseguenza diede una spinta notevole al perfezionamento dell'automobile, ma anche di altri mezzi di trasporto come il sistema ferroviario, e la cantieristica navale. Questo innescò un miglioramento complessivo dei trasporti, e quindi una maggiore circolazione delle merci, soprattutto agricole. Le produzioni agricole provenienti dai paesi extraeuropei costavano meno, e i contadini europei, per fronteggiare la situazione, chiesero ed ottennero dal potere politico, non solo dazi doganali per le merci in entrata, ma anche una politica che facilitasse il progresso tecnologico, favorendo l'utilizzo di macchinari all'avanguardia e di ultima generazione.
In campo industriale, la sovrapproduzione provocò una crisi cui fu difficile far fronte. L'emergere di potenze economiche quali gli Stati Uniti, la Germania e il Giappone, contribuì a far scomparire le piccole industrie che furono costrette a chiudere o a fondersi con realtà più importanti, accentrando il monopolio di alcuni settori nelle mani di pochi capitalisti. Nacquero nuove classi sociali, come la classe operaia che riceveva un salario per il proprio lavoro.
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