Haud procul Henna, stagnum limpidis aquis est. Stagnum a cycnis canoris frequentatur. Silva coronat aquas et suis foliis, ut velo, Phoebeos radios summovet. Huc Proserpina venit et violas aut candida lilia magno studio carpit, cistam implet et socias superare certat. Ubi Proserpinam vidit, Inferorum dominus statim eam adamavit, et matutina hora eam rapuit. Puella frustra Demetram et socias invocavit, dum lilia et violae de tunica cadunt. Per equorum colla et iubas deus obscuras habenas excussit. Per sacra stagna, per ruptas terras miseram Proserpinam raeda traxit. At Demetra impavida per totas terras filiam requisivit, et cum Aurora udis capillis ab Oceano surrexit et cum Hesperus per caelum primas umbras diffudit. Et cum tenebrae oculos perstrinxerunt, flammiferas pinos succendit et filiam invocavit.
Versione tradotta
Non lontano da Enna, c'è uno stagno dalle limpide acque.
Lo stagno è frequentato da cigni melodiosi. Una selva circonda le acque e con le proprie foglie, come un velo, allontana i raggi di Apollo. Giunge in quel luogo Proserpina e raccoglie con grande zelo le viole o i candidi gigli, riempie la cesta e cerca di superare le compagne.
Appena vide Proserpina, il signore degli Inferi subito se ne innamorò, in unora del mattino la rapì. La fanciulla invocò inutilmente Demetra e le compagne, mentre i gigli e le viole cadevano dalla tunica. Il dio attraverso i colli e le criniere dei cavalli incitò le briglie oscure. Trasportò con la carrozza la povera Proserpina per i sacri stagni, per le terre distrutte. Invece Demetra intrepida andò per tutte le terre in cerca della figlia, sia quando Aurora si sollevò dalloceano con le umide chiome, sia quando Espero diffuse per il cielo le prime ombre. E quando le tenebre offuscarono gli occhi, incendiò i pini ardenti ed invocò la figlia.
- Letteratura Latina
- La Lingua delle Radici 1
- Versioni dai Libri di Esercizi