LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE: RIASSUNTO DELL'OPERA. La Divina Commedia nasce da una visione cupa e apocalittica della realtà presente. e dalla speranza di un futuro migliore. Deluso dall’esilio, Dante vede di fronte a sé un mondo caotico, violento e corrotto. Inoltre:
• l’imperatore dimentica la sua funzione di supremo arbitro civile
• la Chiesa non pensa alla salvezza delle anime, ma alla potenza terrena e ai piaceri mondani
Secondo Dante, arriverà un Veltro inviato da Dio, che sconfiggerà la “lupa”, cioè l’avarizia, e riporterà sulla terra ordine e virtù. Dante ritiene di essere stato investito da Dio della missione di indicare all’umanità la via della salvezza. Dunque, decide di compiere un viaggio nell’oltretomba, esplorare il male che si trova nell’Inferno, trovare la via della purificazione nel Purgatorio, fino ad arrivare al Paradiso e vedere Dio. Tutto quello che avrà appreso da questo viaggio dovrà ripeterlo agli uomini attraverso il suo poema, così che ritrovino la retta via.
FONTI DELLA DIVINA COMMEDIA. Dante cominciò a scrivere la Divina Commedia probabilmente dopo il 1307, e sappiamo con certezza che Inferno e Purgatorio erano stati già pubblicati nel 1319, mentre il Paradiso comparve postumo (dopo la morte di Dante). Dalla cultura del suo tempo, Dante riprese:
• lo schema della visione medievale dei regni ultraterreni, cioè la divisione tra Inferno, Purgatorio e Paradiso
• il poema allegorico
• la letteratura didattico-encliclopedica
• lo schema del viaggio come espiazione e salvezza (romanzo cavalleresco)
• la Bibbia (Apocalisse)
• il VI libro dell’Eneide, in cui Enea scende negli Inferi: da qui sono ripresi nomi e immagini di luoghi (Acheronte, Stige) e figure (Caronte, Cerbero)
LA DIVINA COMMEDIA: TEMATICHE GENERALI. Verità e conoscenza in Dante. La visione del mondo di Dante è caratterizzata da un’incrollabile fede nel possesso della verità, data dalla rivelazione divina. Attenzione: la verità viene rivelata all’uomo da Dio, ma la conoscenza dell’uomo deve limitarsi solamente a ciò che ci è dato sapere, non è avventura di ricerca personale ed esplorazione dell’ignoto (infatti Dante condanna Ulisse).
Universo. L’universo è retto da un ordine mirabile, regolato perfettamente dalla volontà divina, in cui ogni elemento, dal più basso al più sublime, trova una giustificazione e un fine.
Ammirazione per gli antichi. L’ammirazione per gli antichi è frutto degli studi classici di Dante, e questa ammirazione si riflette essenzialmente nella figura di Virgilio. Nella Divina Commedia infatti Virgilio rappresenta la ragione umana nella sua più alta espressione, per questo viene assunto come guida nella parte terrena del suo viaggio. L’ammirazione per la classicità la riscontriamo anche nei confronti degli altri Spiriti magni del Limbo (Orazio, Ovidio, Lucano) e nei confronti di Ulisse, che nonostante sia stato condannato per aver superato i limiti concessi all’uomo, riflette tuttavia la dignità dell’uomo antico che ha saputo raggiungere un alto libello di conoscenza, nonostante non sia stato sorretto dalla rivelazione divina.
L'ALLEGORIA NELLA DIVINA COMMEDIA DI DANTE. Il poema di Dante ha nel suo interno personaggi storici, realmente esistiti, ma nello stesso tempo questi personaggi reali hanno un ulteriore significato, quello allegorico:
• Virgilio rappresenta la ragione
• Beatrice la teologia
• San Bernardo lo slancio mistico
• Catone la libertà
Ogni personaggio conserva la sua fisionomia individuale di persona realmente esistita, con in più un significato allegorico.
PERCHE' DANTE UTILIZZA IL TITOLO DIVINA COMMEDIA? Nella cultura medievale 3 erano gli stili principali:
• tragico
• comico
• elegiaco
Dante sostiene che la sua opera appartiene al genere comico per due motivi:
1. ha un inizio doloroso (Inferno) e il lieto fine (Paradiso) come succede delle commedie
2. lo stile è umile, poiché raccoglie in sé tutti gli aspetti concreti e dimessi del reale, persino quelli più bassi e turpi.
Infine, la Commedia di Dante è “Divina” perché non solo abbraccia la realtà imperfetta degli uomini, ma anche l’eterna verità di Dio.
LA LINGUA DELLA DIVINA COMMEDIA DI DANTE. La lingua e lo stile del poema si innalzano progressivamente nelle 3 cantiche, in corrispondenza dell’innalzarsi della materia. Possiamo notare tutto ciò attraverso 3 vocaboli diversi che nelle cantiche Dante utilizza per designare 3 soggetti analoghi:
• nell’Inferno Caronte è vecchio = termine usuale
• nel Purgatorio Catone è veglio = termine più eletto e letterario
• nel Paradiso san Bernardo è sene = termine dotto e solenne
Dobbiamo poi precisare che all’interno delle 3 cantiche lo stile non si mantiene unico.
- Nell’Inferno lo stile è aspro, fatto di termini dialettali, scurrili e plebei, ma non mancano passi di linguaggio letterario elevato, come i versi dedicati a Beatrice nel II canto. Vi sono inoltre termini tecnici della marineria, della medicina e del linguaggio domestico.
- Nel Purgatorio il linguaggio si fa più elevato e nobile, ma anche qui lo stile si mantiene vario: nell’invettiva a Firenze (canto VI) per esempio, ricompare il linguaggio plebeo.
- Nel Paradiso il linguaggio è di eccezionale sublimità, composto da latinismi, francesismi e neologismi. Ma anche in questa cantica, Dante ricorre spesso al linguaggio più concreto e plebeo, per esempio nei passi di più violenta invettiva politica e morale, come l’invettiva di Cacciaguida contro la coscienza sporca di alcuni personaggi citati da Dante (canto XVII).
TECNICA NARRATIVA NELLA DIVINA COMMEDIA. La vicenda è narrata in prima persona dallo stesso protagonista, ma dobbiamo distinguere:
- Dante personaggio: vive l’esperienza del viaggio progressivamente, dunque ha una conoscenza limitata, vive immerso nei fatti e non sa come essi andranno a finire, a volte non capisce bene cosa stia succedendo.
- Dante narratore: egli racconta i fatti a distanza di tempo, dopo che l’esperienza si è conclusa, per cui ha una conoscenza superiore di Dante personaggio. Il narratore interviene spesso con avvertimenti al lettore, preannuncia cosa accadrà, spiega, commenta e fa considerazioni generali.
DIVINA COMMEDIA: SPAZIO. Lo spazio all’interno della Divina Commedia è fisico, naturale, ma anche metafisico e simbolico. La sua caratteristica fondamentale è la verticalità: il viaggio di Dante ha una traiettoria verticale, dal basso (Inferno) verso l’alto (Paradiso), dal buio (Inferno), verso la luce (Paradiso). Inoltre, la traiettoria del viaggio non è prestabilita: davanti a Dante non si troveranno mai bivi e biforcazioni, ma la direzione è unica, stabilita precedentemente da Dio.
DIVINA COMMEDIA: TEMPO. Il tempo all’interno dei tre regni oltremondani è eterno: la condizione delle anime è fissata per l’eternità. Accanto al tempo dei tre regni, detto OGGETTIVO, abbiamo un tempo SOGGETTIVO, quello di Dante, colui che compie il viaggio: il suo è un tempo finito, poiché ha un inizio e una fine.
SIMBOLOGIA DEI NUMERI NELLA DIVINA COMMEDIA. La struttura del poema ruota attorno ai numeri 3 e 10, numeri fondamentali per la mistica medievale. Il 3 rappresenta la Trinità, il 10 racchiude in sé il 3 e l’1, alludendo sempre al mistero di Dio. Per cui:
- 3 sono le Cantiche
- le 3 Cantiche sono divise in 33 canti + 1 canto che funge da proemio in tutto il poema, dunque avremo 100 canti (100 multiplo di 10)
- ’Inferno è diviso in 9 cerchi e 3 grandi sezioni
- il Purgatorio è diviso in 1 antipurgatorio + 7 cornici + 1 paradiso terrestre (quindi 9) e 3 grandi sezioni
- il Paradiso è diviso il 9 cieli + 1 Empireo, e i beati sono divisi in 3 sezioni
Anche il metro è governato dal numero 3: terzina a rime incatenate.
STRUTTURA DIVINA COMMEDIA: Il prologo. Dante si smarrisce, intorno ai 35 anni, in una selva oscura (il peccato). Cerca di salire verso un colle, dove vede una luce, ma il cammino gli viene sbarrato da 3 fiere: una lonza (frode), un leone (violenza), una lupa (cupidigia). In suo soccorso arriva il poeta latino Virgilio, che rappresenta la ragione umana: gli rivela che per raggiungere la salvezza deve intraprendere un cammino più lungo. Virgilio guiderà Dante fino alla fine del Purgatorio, quindi fin dove la ragione umana può arrivare. Subentrerà poi Beatrice, che rappresenta la Teologia (la Verità rivelata), e guiderà Dante fino alla realtà sovrannaturale.
Perché Dante sceglie Virgilio?. Nel Medioevo Virgilio era considerato l’uomo più sapiente dell’antichità, per cui rappresenta il culmine massimo a cui può giungere la ragione umana.
Inoltre, Virgilio nel Medioevo era considerato un profeta, a causa della IV Bucolica, in cui si parla della nascita di un puer, un fanciullo che riporterà tra gli uomini l’età dell’oro: si pensava quindi che Virgilio avesse predetto la nascita dei Cristo.
DIVINA COMMEDIA: RIASSUNTO INFERNO. L’Inferno è una voragine a forma di cono rovesciato, che si apre nei pressi di Gerusalemme e si profonda fino al centro della terra.
? Come si è formato l’Inferno? Lucifero, un angelo che si era ribellato a Dio, fu scaraventato sulla Terra. La Terra, inorridita dal contatto con Lucifero, si ritira formando una voragine; la parte di Terra che si è ritirata giunge all’emisfero opposto, formando la montagna del Purgatorio.
Le pareti dell’Inferno sono divise in 9 cerchi.
Prima dei 9 cerchi, nell’Antinferno vengono collocati gli ignavi, coloro che non hanno saputo scegliere tra il bene e il male.
I cerchio: Limbo (non battezzati e coloro che sono nati prima di Cristo)
Prima sezione: incontinenti
Sono coloro che non sono riusciti a frenare le passioni
II cerchio: lussuriosi
III cerchio: golosi
IV cerchio: avari e prodighi
V cerchio: iracondi e accidiosi
VI cerchio: eretici = non fa parte delle 3 sezioni
Seconda sezione/VII cerchio: violenti
Il VII cerchio è diviso in 3 gironi:
I girone: violenti contro se stessi
II girone: violenti contro Dio
III girone: violenti contro la natura e l’arte
Terza sezione: peccati che derivano da malizia
VIII cerchio: i fraudolenti
L’VIII cerchio è diviso in 10 Malebolge:
I bolgia: seduttori
II bolgia: adulatori:
III bolgia: simoniaci
IV bolgia: indovini
V bolgia: barattieri
VI bolgia: ipocriti
VII bolgia: ladri
VIII bolgia: cattivi consiglieri
IX bolgia: seminatori di discordia
X bolgia: falsari
IX cerchio: i traditori
I traditori sono divisi in 4 zone:
1 zona: traditori dei coniugi
2 zona: traditori politici
3 zona: traditori degli ospiti
4 zona: traditori dei benefattori
I traditori sono immersi nel lago ghiacciato di Cocito. Al centro del lago sta Lucifero, con ali di pipistrello e 3 teste (parodia della Trinità) che maciullano con la bocca Bruto e Cassio (traditori di Cesare) e Giuda (traditore di Cristo)
Le pene obbediscono al principio del contrappasso: le pene corrispondono al peccato (analogia) o al contrario della colpa (contrasto).
DIVINA COMMEDIA: RIASSUNTO PURGATORIO. Dante e Virgilio scendono lungo il corpo di Lucifero e attraverso un cunicolo salgono nell’altro emisfero. Emergono all’aria aperta e si trovano sulla spiaggetta del Purgatorio. Il Purgatorio è un monte altissimo, che si erge agli antipodi di Gerusalemme. Qui approdano le anime destinate alla purificazione, che dopo la morte di raccolgono alla foce del Tevere e sono trasportati al Purgatorio da una navicella condotta da un angelo. Il monte è diviso in 3 zone:
Antipurgatorio: ai piedi del monte, dove alcune anime sostano prima della purificazione (scomunicati, pigri a pentirsi, morti di morte violenta, principi negligenti).
Purgatorio: Dante accede al Purgatorio attraverso una porta custodita da un angelo, che traccia 7 P sulla fronte di Dante (i sette peccati capitali). Il purgatorio è diviso in 7 cornici, corrispondenti ai 7 peccati capitali:
- Superbi, gravati da macigni
- Invidiosi, con le palpebre cucite
- Iracondi, avvolti da fumo acre
- Accidiosi, corrono attorno alla cornice
- Avari e prodighi, distesi a terra
- Golosi, scarnificati dal desiderio di frutti di un albero miracoloso
- Lussuriosi, immersi nel fuoco
Paradiso terrestre: è un giardino che si trova in cima al purgatorio. Qui, dopo la purificazione, l’uomo torna alla condizione di innocenza originaria, prima della colpa di Adamo. Simbolo dell’innocenza originaria è Matelda, una fanciulla che raccoglie fiori in riva ad un ruscello.
Su un carro trionfale arriva Beatrice che rimprovera Dante per i suoi peccati, gli rivela il futuro della Chiesa e gli indica la sua missione. Da qui Beatrice sostituirà Virgilio. Poi, Dante viene immerso:
– nel fiume Lete, che fa dimenticare le colpe
– nel fiume Eunoè, che fa ricordare il bene compiuto
Purificato, Dante può salire in Paradiso.
DIVINA COMMEDIA: RIASSUNTO PARADISO. Importante: la vera sede dei beati è l’Empireo un cielo spirituale. Eccezionalmente però, le anime scendono a incontrare Dante nei vari cieli, per fargli comprendere l’ordine morale del Paradiso.
Le anime si presentano a Dante in 9 cieli, sfere concentriche composte da materia cristallina. In ognuno di essi è infisso un pianeta o una stella.
- Cielo della Luna: anime che non hanno rispettano i voti forzate dalla volontà altrui
- Cielo di Mercurio: coloro che hanno fatto del bene per la gloria
- Cielo di Venere: seppero volgere ad un soggetto degno il loro impulso amoroso
N.B. In questi primi 3 cieli vi sono anime meno perfette, ma non meno beate: la beatitudine nel Paradiso è assoluta, e ogni anima è perfettamente appagata.
- Cielo del Sole: spiriti sapienti
- Cielo di Marte: coloro che combatterono per la fede
- Cielo di Giove: i giusti
- Cielo di Saturno: i contemplativi
- Cielo delle stelle fisse: qui tutti i santi celebrano il trionfo di Cristo e Maria
- Primo Mobile: qui appare Dio come punto luminoso, circondato da 9 cerchi di luce, che rappresentano le nove gerarchie angeliche che presiedono i vari cieli.
- Empireo: la vera sede dei beati, in cui indossano una veste bianca e sono disposti in un anfiteatro, la Candida Rosa. Qui, Beatrice torna al suo posto nella Candida Rosa, e ad essa subentra San Bernardo, il grande mistico, che rivolge la sua preghiera alla Vergine, affinché interceda per Dante presso Dio.
La sostituzione delle guide è significativa: la Teologia (Beatrice) ha guidato Dante fino all’Empireo, ma questa non è sufficiente per la visione ultima di Dio. Occorre uno slancio mistico, rappresentato da San Bernardo. Dante segue con gli occhi il raggio della luce divina, fino a fondersi con la divinità e a cogliere i sommi misteri.
- Temi e Saggi
- Dante
- Letteratura Italiana - 200 e 300