Cos’è una sillaba
La sillaba è un’unità fonetica pronunziabile. Può essere una vocale, un dittongo, o vocale e dittongo accompagnati da consonanti. Le vocali si distinguono in:
- aspre: a, e, o
- dolci: i, u.
Vocali aspre formano tra loro iato, come in le-o-ne. L’unione di aspre e dolci genera un dittongo o trittongo: au-ro-ra; aio-la.
Divisione in sillabe
Le consonanti si pronunziano solo assieme a vocali o dittonghi, formando con essi una sillaba: tra, en-tro, con. Possono iniziare una sillaba le consonanti che possono iniziare una parola. La cosiddetta “esse impura” appartiene alla sillaba seguente: e-ster-no.
Una consonante muta (p, b, t, d, c, g, f) seguita da liquida (l, r) appartiene alla sillaba iniziale o seguente, come in bra-no, te-ne-bre, fra-na.
Due consonanti che non possono iniziare parola si dividono tra due sillabe: in-ti-mo, an-che. Tale regola si deve osservare in caso di necessità di separare una parola per fine del rigo.
La divisione in sillabe in poesia
I versi italiani sono regolati dalla divisione in sillabe. Gli antichi greci e latini usavano una versificazione basata sull’alternanza ritmica e musicale tra sillabe di quantità lunga (durata due) e sillabe di quantità breve (durata uno): “Arma virumque cano Troiae qui primus ab oris”; in questo caso gli accenti naturali delle parole non hanno valore.
Le lingue neolatine, e tra queste l’italiano, non hanno distinzione di quantità naturale delle sillabe. La loro versificazione si basa su una musicalità data dagli accenti naturali delle parole ordinate secondo un numero definito di sillabe. “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, di Dante, non avrebbe alcuna musicalità se noi spostassimo anche un solo accento.
- La scansione in sillabe dei versi si effettua tenendo conto non delle sillabe naturali ma delle sillabe toniche: “mi ritrovai per una selva oscura” ha 12 sillabe grammaticali ma 11 toniche perché in “selva oscura” la a finale e la o iniziale si contano per una sola sillaba per effetto della sinalefe.
- Si può ottenere una sillaba tonica per mezzo della dieresi (separazione) di un dittongo, come in “forse perché della fatal qui-ete” del Foscolo.
- Scuole Medie
- Italiano