Numquid iam ullam mulierem repudii pudet, postquam inlustres quaedam ac nobiles feminae non consulum numero, sed maritorum annos suos conputant et exeunt matrimonii causa, nubunt repudii? Non me praeterit quantum maiores nostri istum morem timuerint, quamdiu rarus erat; quia nulla sine divortio acta sunt, quod saepe audiebant, facere didicerunt. Num quem iam adulterii pudet, postquam eo ventum est, ut nulla mulier virum habeat, nisi ut adulterum inritet? Argumentum deformitatis pudicitiam plerique ducunt. Quam invenies tam miseram, tam sordidam, ut illi satis sit unum adulterorum par? Infrunita et antiqua est, quae nesciat matrimonium vocari unum adulterium.
Versione tradotta
Ora c'è forse qualche donna che si vergogna del divorzio, dopo che alcune illustri e nobili donne calcolano i loro anni non riferendosi alla (lett. con la) serie dei consoli, ma dei mariti, escono (di casa) per maritarsi (lett. per il matrimonio) e si sposano per divorziare (lett. per il divorzio)? Non mi sfugge quanto i nostri antenati temessero questo comportamento, finché era raro; poiché (oggi) non vi sono registri che non diano notizia di divorzi (lett. non vi sono atti senza un divorzio), impararono a fare ciò di cui sentivano parlare (lett. che sentivano) spesso. Adesso chi si vergogna, ormai, dell'adulterio, dopo che si è arrivati al punto che nessuna donna ha un uomo se non per far ingelosire l'amante? I più giudicano la pudicizia una prova di bruttezza. Quale donna troverai così meschina e spregevole che le sia sufficiente (avere) solo un paio di amanti? È sciocca e arretrata quella donna che non sa che l'avere un solo amante si chiama matrimonio.
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