IL RITRATTO DI DORIAN GRAY: DAL LIBRO AL FILM
Probabilmente a tutti gli studenti delle scuole medie o del liceo è capitato di leggere il romanzo Il ritratto di Dorian Gray, uno dei compiti preferiti assegnati da zelanti insegnanti di letteratura italiana o di inglese, che lo utilizzano al fine di far approfondire la conoscenza di Oscar Wilde.
Nel 2009 il libro è stato nuovamente trasformato in un film che è arrivato nelle sale cinematografiche con il semplice titolo di Dorian Gray. Se stai pensando di visionare la pellicola per evitare di leggere il romanzo dobbiamo avvertirti: la trama e la struttura narrativa divergono in molti punti e anche l’attenzione posta su differenti dettagli sottolineano come le due opere si pongano obiettivi divergenti.
IL RITRATTO DI DORIAN GRAY: SCHEDA DEL FILM
- Titolo originale: Dorian Gray
- Anno di Produzione: 2009
- Durata: 112 min
- Genere: fantastico, drammatico, thriller, orrore
- Regia: Oliver Parker
IL RITRATTO DI DORIAN GRAY: RIASSUNTO DELLA TRAMA DEL FILM
Vediamo allora come si sviluppa Dorian Gray e in seguito quali sono le differenze rispetto al libro che fa da testo base per la sceneggiatura del film diretto da Oliver Parker. Il regista al suo attivo aveva già due pellicole tratte da altre opere di Oscar Wilde, nello specifico Un marito ideale del 1999 e L’importanza di chiamarsi Ernest del 2002.
Siamo nella Londra di fine Ottocento, dove un giovane orfano di bell’aspetto, il Dorian Gray interpretato da Ben Barnes, appena arrivato in città viene subito notato da Lord Henry Wotton (Colin Firth). Questi lo inizia ai piaceri libertinaggio e gli presenta il pittore Basil Hallward (Ben Chaplin), che si invaghisce di lui e vuole assolutamente realizzarne il ritratto. Una volta completato ed esposto al pubblico, Dorian, istigato dalle parole di Wotton, inizia a invidiare l’immutabilità del quadro e grazie alla propria forza di volontà riesce a rendere reale il suo desiderio di acquisire l’eterna giovinezza. Dorian fa poi la conoscenza dell’attrice Sybil Vane (Rachel Hurd-Wood), che vorrebbe sposare, ma Wotton lo induce a desistere per abbandonarsi a una vita di dissoluzione sfrenata. Sybil, sentendosi tradita si suicida, provocando l’ira del fratello che vorrebbe uccidere Gray. Nel frattempo il quadro inizia a esibire i segni della malvagità del suo modello e quando Basil chiede a Dorian di poter esporre in pubblico la sua opera, questi prima gli si concede per dissuaderlo e poi lo uccide.
Passano 25 anni, Gray ritorna a Londra dopo un giro intorno al mondo. Si innamora della figlia di Lord Wotton, Emily (Rebecca Hall), da lei ricambiato, e redento dall’amore decide di cambiare vita, partendo con lei a New York. Il padre della ragazza però sospetta qualcosa e riesce a farsi dare le chiavi della soffitta in cui è nascosto il quadro. Preparata una festa in onore dei due innamorati, dopo una serie di sotterfugi il terzetto si ritrova a contemplare l’orrore del dipinto, ormai sfigurato terribilmente.
Henry allora dà fuoco alla soffitta, imprigionandovi Gray, al quale, roso dal rimorso, non rimane che confessare il proprio amore e distruggere il ritratto di propria mano, tramutandosi per un attimo nel mostro imprigionato dalla tela, che invece ritorna all’antico splendore.
IL RITRATTO DI DORIAN GRAY: DIFFERENZE FONDAMENTALI TRA FILM E LIBRO
Tante le differenze tra film e libroo, come si diceva. Innanzitutto l’importanza attribuita all’arte: Dorian nel romanzo si innamora di Sybil vedendola recitare, e questa perde il proprio talento una volta trovato l’amore. Il ragazzo infatti la lascia per questo motivo, provocandone il suicidio. La causa della rottura tra i due nel film è invece dovuta all’opera corruttrice di Lord Wotton.
Nel libro, inoltre, il legame omosessuale tra Basil e Dorian è reso in maniera implicita, vista anche l’epoca alquanto bigotta in cui viveva Oscar Wilde, mentre il film è piuttosto letterale a riguardo. Il romanzo dà anche minore importanza alla sottotrama riguardante il fratello di Sybil, che invece nella pellicola acquista una certa rilevanza.
La sfumatura più melodrammatica del film è poi evidenziata dalla figura di Emily e quindi dal finale: del tutto assente nel libro, la figlia di Wotton dà a Dorian la possibilità di riscattarsi, mentre nel testo originale è solo un rimorso di coscienza del libertino che gli impone di distruggere il quadro.
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