Eurysthenes et Procles gemini, genus ab Heraclidis deducentes, primi Spartae regnaverunt. Praeclarus legum lator Lycurgus fuit: eius legibus oboedientes Lacedaemonii diu principes Graeciae fuerunt. Messenio bello Tyrtaeus, ex oraculo Apollinis dux ab Atheniensibus per ludibrium missus, carminibus suis militum animos confirmavit et ad victoriam excitavit. In Persico bello virtus egregia Leonidae enituit: is enim cum parva Lacedaemoniorum manu apud Thermopylas morte sua ac suorum vim Persarum exercitus frenavit. Pausanias pugna pedestri Persarum copias debellavit et eorum dominatione Graeciam liberavit, omnibus civitatibus plaudentibus. Sed mox proditionis accusatus est; domum revocatus, in aedem Minervae confugit et ibi fame confectus est. Lysander, classe Attica apud Aegos flumen oppressa, bellum Peloponnesiacum confëcit et victis Atheniensibus triginta tyrannos imposuit. Agesilaus, qui tam in hostili terra quam in sua (terra) feliciter pugnavit, dum Asiam vastat et iam Persarum regem petiturus est, in Graeciam revocatus, Athenienses et Corinthios eorumque socios apud Coroneam vicit; postea, affectus magno dolore multorum Graecorum in ea pugna amissorum, diu flevit nec voluit Corinthum delere cum posset.
Versione tradotta
I gemelli Euristene e Procle, discendenti dalla stirpe degli Eraclidi, regnarono per primi a Sparta. Licurgo fu un famosissimo legislatore: obbedendo alle sue leggi, i Lacedemoni furono a lungo sovrani della Grecia. Nella guerra di Messenia, Tirteo, secondo l'oracolo di Apollo mandato come comandante degli Ateniesi per scherno, con i suoi componimenti rafforzò gli animi dei soldati e li incitò alla vittoria. Nella guerra persiana, il notevole valore di Leonida rifulse: egli infatti, con una piccola schiera di Lacedemoni, alle Termopili, con la sua morte e quella dei suoi, frenò l'assalto dell'esercito dei Persiani. Pausania, in una battaglia di fanteria, debellò le truppe dei Persiani e liberò la Grecia dal loro dominio, mentre tutte le città lo acclamavano. Ma presto fu accusato di tradimento; richiamato in patria, fuggì nel tempio di Minerva e là soffrì per la fame. Lisandro, sconfitta la flotta attica presso Egospotami, portò a termine la guerra del Peloponneso e impose trenta tiranni agli Ateniesi vinti. Agesilao, che combatté con successo tanto in una terra ostile quanto nella propria, mentre devastava l'Asia ed era ormai sul punto di assaltare il re dei Persiani, richiamato in Grecia, vinse gli Ateniesi e i Corinzi e i loro alleati presso Coronea; poi, colpito da grande dolore per i molti Greci persi in quella battaglia, pianse a lungo né volle distruggere Corinto, sebbene potesse.
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