M. Manlius, unde Gallos depulerat, inde praecipitatus est, quia libertatem nefarie oppresserat. Cuius iustae ultionis nimirum talis praefatio fuit: «Manlius eras mihi, cum praecipites agebas Senonas: postquam insolenter te gessisti, unus es ex Senonibus». Propter Manlii exemplum postea lege patricii numquam in arce aut Capitolio habitaverunt, quia domum eo habuerat, ubi nunc aedem Monetae videmus. Par indignatio rei publicae adversus Sp. Cassium erupit, cui maxime suspicio dominationis nocuerat neque magnifici consulatus ac speciosissimi triumphi utiles fuerant: senatus enim populusque Romanus capitali eum supplicio adfecit et ei domum superiecit: in solo autem aedem Telluris fecit. Itaque quod prius domicilium inpotentis viri fuerat nunc religiosae severitatis monumentum est.
Versione tradotta
M. Manlio, da dove aveva respinto i Galli, da lì fu gettato, poiché empiamente aveva oppresso la libertà. Fu tale la prefazione di una giusta vendetta di quello: "Manlio, eri per me quando mandavi in rovina i Senoni: dopo esserti comportato insolentemente, sei uno dei Senoni". A causa dell'esempio di Manlio successivamente, per legge, i patrizi non abitarono più nella rocca o sul Campidoglio, poiché lì avevano avuto la casa dove ora vediamo il tempo di Moneta. Un'indignazione della repubblica simile scoppiò nei confronti di Sp. Cassio, al quale aveva fatto massimamente danno il sospetto di tirannide e non gli furono utili i magnifici consolati o i trionfi molto appariscenti: il senato infatti e il popolo romano lo condannarono alla pena capitale e gli abbatterono la casa: costruì sul suolo poi il tempio di Tellure. Così quella che un tempo era stata la casa di un uomo potente ora è un monumento di severità religiosa.
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