L'Assenzio (Edgar Degas): significato e analisi - Studentville

Edgar Degas, L'assenzio: descrizione e analisi opera

L'assenzio: analisi dell'opera l'assenzio di Degas con significato e descrizione della tecnica pittorica.

L’ASSENZIO: SCHEDA DELL’OPERA

  • Periodi: Impressionismo, Arte moderna
  • Tecnica: Tela, Vernice, Colore ad olio
  • Data Realizzazione: 1875–1876
  • Luogo di Conservazione: Museo d’Orsay
  • Artista: Edgar Degas

EDGAR DEGAS, L’ASSENZIO: ANALISI OPERA

L’assenzio è un dipinto a olio su tela realizzato nel 1876 da Edgar Degas (1834 – 1917), pittore  francese molto vicino al gruppo degli impressionisti. Determinante per l’evoluzione artistica di Degas è l’incontro, avvenuto al Louvre, intorno al ’60, con Manet, quasi suo coetaneo e affine a lui per estrazione sociale, per educazione e raffinatezza spirituale. È certamente Manet che lo convinse ad abbandonare i soggetti storici per dedicarsi alla rappresentazione della vita moderna della quale Degas diventerà il più alto interprete, cogliendone l’anima meglio di chiunque altro.

Se sei interessato all’argomento, leggi anche:

L’ASSENZIO DEGAS: SIGNIFICATO

Degas però non impiega la tecnica impressionista delle piccole pennellate di colori puri propria di Monet e non è nemmeno attratto dal

paesaggio. La sua indagine si fissa di preferenza su immagini d’interni che esplorano la vita dei ceti borghesi, la solitudine dei personaggi senza storia seduti nei caffè, i lunghi allenamenti delle ballerine. L’insegnamento accademico lo influenza; pertanto la fugacità dell’impressione in lui si ricompone attraverso un procedimento di ricostruzione razionale dell’ambiente e dei soggetti, con una tecnica, specie agli inizi, che mantiene il gusto per la superfici levigate, per i contorni netti e per la precisione dei particolari. Il dipinto è intitolato L’assenzio, dal nome di un liquore alcolico demonizzato in questi anni, perché considerato responsabile della diffusione dell’alcolismo nelle classi popolari; è ambientato in un bar parigino precisamente il Café Nouvelle – Athènes, in Place Pigalle, dove dopo il 1876, si riunivano i pittori impressionisti. I personaggi del dipinto sembrano lì per caso, in realtà sono amici del pittore l’attrice Ellen Andrée e il pittore Marcel Desboutin,che hanno posato per lui, anzi hanno recitato a soggetto; ma l’impressione è di trovarsi davanti a un fatto di vita.
I due protagonisti si trovano in un angolo di un locale, ove siedono immobili, davanti alle loro bevande, un uomo e una donna, indifferenti l’uno all’altro, assorti nei propri pensieri, abbruttiti dalla vita e dall’alcool; lei è una povera prostituta, dalle vesti falsamente lussuose, lui un clochard. In Degas non vi è denuncia sociale circa le conseguenze dell’alcolismo, non vi è l’evidenziazione drammatica dei due personaggi. Il dramma, semmai, nasce proprio dall’assenza di ogni atteggiamento teatralmente drammatico, dall’emarginazione dei protagonisti, dal loro decentramento scenico.

L’ASSENZIO DI DEGAS: ANALISI DETTAGLIATA DELL’OPERA

L’occhio dello spettatore si posa fuggevolmente su un angolo del caffè, dove, casualmente, si sta consumando il dramma umano dei due sconosciuti. A ciò concorre l’impianto prospettico a zig – zag, derivante dalle stampe giapponesi: la linea del tavolino in primo piano, condotta in diagonale a sinistra, ripresa e continuata dal giornale arrotolato intorno al bastone e sospeso fra i due tavoli, è tagliata bruscamente in direzione opposta da quella degli altri tavolini, fino a perdersi oltre il limite destro, dove continua lo spazio, cosicché sentiamo che questo angolo non è che un frammento qualsiasi della vita, non soltanto del caffè, ma di tutta la grande città entro la quale esso sorge.
È questa la concezione fondamentale della pittura di Degas: l’osservazione della realtà senza metterla in posa, quasi, anzi, cogliendola di nascosto. Il quadro fu esposto probabilmente alla seconda mostra impressionista del 1876, apparve successivamente anche a Londra dove suscitò enorme scandalo fra i conservatori che vi videro una rappresentazione della depravazione. Oggi si può ammirare al Musée D’Orsay a Parigi.

  • Dal 700 all’Età Contemporanea
  • Storia dell’arte - Dal Settecento all'Età Contemporanea

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti