A Iunone irata quondam Sphinx in agrum Thebanum missa est. Sphingi, sicut omnibus constat, milieris facies pectusque, pedes caudaque leonis, pennae avis erant. Praetereuntibus Sphinx obscurum aenigma proponebat. Qui illud non solvebat, ab ea lacerabatur. Oedipus ad urbem Thebas venit et Sphinx eum rogavit: “Quid mane quattuor, meridie duobus, vesperi tribus peditus incedit?”. Statim ille: “Hominem vocas; infantes enim pedibus et manibus, viri pedibus tantum, senes autem pedibus baculoque incedunt”. Sphinx, maxime excruciata est Oedipi responsione et de rupe se praecipitavit. Ita Oedipus Thebanorum rex fuit.
Versione tradotta
Una volta la Sfinge fu mandata nella terra dei Tebani da Giunone adirata. La Sfinge, com’è chiaro a tutti, aveva il viso e il petto da donna, la coda di leone, le ali di uccello. Ai passanti la Sfinge proponeva un oscuro enigma. Chi non lo risolveva, veniva ucciso da questa. Edipo giunse alla città di Tebe e la Sfinge lo interrogò: “Qual è la cosa che al mattino cammina con quattro gambe, a mezzogiorno con due, e la sera con tre?”. Subito egli: “intendi l’uomo: infatti da neonato cammina con piedi e mani, da uomo soltanto con i piedi, e da vecchio con piedi e bastone”. La Sfinge si adirò grandemente per la risposta di Edipo e si gettò dalla rupe. Così Edipo divenne re dei Tebani.
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